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Victoria Yuki, conosciuta nell'ambiente come "Yukiko", ha una storia molto particolare. Originaria di Asti, la 23enne si è trasferita in Giappone per diventare una pornostar. "La mia è una vocazione. Fin dai 13 anni, ben prima di avere il primo rapporto sessuale, ho capito che avrei fatto questo tipo di professione. Mentre le mie amiche collezionavano figurine dei cartoni animati, io raccoglievo le card delle attrici hard giapponesi e brandelli di biancheria intima da loro usata, che acquistavo online. Ero abbagliata dalla loro raffinatezza", racconta in un'intervista a "Libero". "Io non ci sto a sgobbare tutto il giorno in un call-center per 600 euro al mese. Come si può vivere così?", fa notare.

Victoria ha cominciato quando aveva appena 18 anni e frequentava ancora il liceo in Italia: "Nutrendo ambizioni nel settore, mi sono iscritta a un sito e ho iniziato con le video-chat. Guadagnavo solo 1 euro al minuto. Tuttavia è stata un’esperienza che mi ha convinta ancora di più che quella era la mia strada". Yukiko ricorda ancora la prima volta che ha incontrato un cliente: "Non ha suscitato in me disagio o sensi di colpa. L'ho vissuta come una cosa del tutto naturale".

Dopo due anni in Giappone, Victoria è tornata in Italia, dove continua a svolgere la professione di escort e pornostar. Il fratello, più giovane di 4 anni, l’ha sbattuta fuori di casa dopo aver scoperto che lavoro facesse. La madre, invece, dopo un’iniziale titubanza avrebbe cercato di ricucire lo strappo. Oggi Yukiko vive da sola a Torino e la donna le fa visita quando possibile: "Mi sento più serena da quando mia madre ha accettato il mio lavoro e viene a trovarmi a Torino. Ho avuto solo un fidanzatino quando ero adolescente e penso che un ragazzo per ora potrebbe rappresentare un ostacolo professionale. Ho raggiunto la tranquillità economica, ma mi manca ancora l'equilibrio spirituale. Spero di stare bene con me stessa un domani".

Le sue tariffe sono piuttosto alte: "Non accetterei mai meno di 300 euro. Tante mie colleghe si accontentano anche di 50 o 100 euro; io, invece, sono costosa e selettiva. Preferisco i consumatori 70enni, più capaci di cogliere il valore di quell'intimità. Il mio piacere non è mai l'obiettivo dell'incontro. Il mio compito è dare godimento, non godere. L'orgasmo può capitare qualche volta. Rifiuto categoricamente il sesso anale e quello non protetto. Il primo è per me qualcosa contro natura, Dio non ci ha progettati per questo e molte mie colleghe attrici sono state ricucite dopo rapporti di questo tipo; il secondo invece è un rischio al quale io non mi voglio esporre, sebbene qualcuno lo chieda. Nei film è diverso, non usiamo il preservativo perché ci sottoponiamo a numerosi esami clinici, è tutto più sicuro".

Diverse sono le richieste particolari: "Spesso mi contattano uomini che desiderano che io faccia i miei bisogni sulla loro faccia. Lo farei se solo ci riuscissi, purtroppo per l'imbarazzo mi blocco. Una volta ho consegnato una scatola di plastica con dentro la mia pupù a un cliente che ha pagato il servizio 150 euro. Qualcuno mi paga anche solo per una cena e quattro chiacchiere".