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Il reporter americano James Green è stato salvato dal suo Apple Watch. "Non avrei mai pensato che uno stupido computer da polso, comprato due anni fa, mi potesse salvare la vita", ha scritto su Twitter. In pratica, una notifica lo ha avvisato di un'anomalia del suo organismo che poteva rivelarsi fatale se ignorata. "Tenevo sotto controllo le mie pulsazioni da quando avevo avuto una precedente embolia polmonare", ha raccontato il 28enne al "Telegraph". Per questo James utilizzava HeartWatch, un'app che controlla la frequenza cardiaca di una persona durante il giorno, notificando quando scende o sale oltre una determinata soglia. 

"Ho ricevuto una notifica che mi segnalava una frequenza cardiaca costantemente al di sopra del mio standard a riposo, quando avevo trascorso tutto il tempo seduto alla scrivania. Insieme ad altri sintomi, è risultato il dato decisivo che mi ha spinto ad agire: ho capito che non si trattava di un attacco di panico, stava succedendo qualcosa", ha spiegato il giovane. Un controllo medico ha evidenziato dei coaguli nel sangue e in ospedale è stato ricoverato e curato.

"Il mio medico ha detto che temporeggiare ancora si sarebbe rivelato fatale. L'app mi ha fornito i dati necessari per capire che non si trattava solo di un attacco di panico. Mi ha spinto a cercare di capire quale fosse il problema", sottolinea James. La storia è arrivata fino al creatore di HeartWatch, David Walsh. Nel 2015 decise di creare l'applicazione in seguito alla morte di suo padre, scomparso a 56 anni a causa di un attacco cardiaco e si è detto profondamente gratificato di ascoltare storie come quella di James: "Alcuni medici la consigliano ai pazienti e quando mi giungono storie come questa mi sento commosso".