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Alcuni videogiochi possono fare molto bene ai bambini. In particolare, aiuterebbero a velocizzare, in caso di dislessia, la capacità di lettura anche nei bambini di madrelingua inglese, migliorando non solo l’attenzione visiva, ma anche la memoria verbale. È quanto emerge da uno studio condotto da un team di giovani ricercatori, tra cui degli italiani, e pubblicato in questi giorni sulla rivista "Scientific Reports".

Il team, guidato da Simone Gori (Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, dell’Università di Bergamo) e Andrea Facoetti (Laboratorio di Neuroscienze Cognitive dello Sviluppo, del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova), entrambi consulenti scientifici dell’Irccs Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco), è composto da Sandro Franceschini (Università di Padova), Piergiorgio Trevisan (Università di Udine), Luca Ronconi (Università di Trento), Sara Bertoni (Università di Padova), Kit Double e Susan Colmar (Sydney University, Australia).

Nello studio condotto in Australia da Franceschini e Trevisan, i ricercatori hanno scoperto che i miglioramenti nella velocità di lettura indotti dall’uso per poche ore di un videogioco d’azione sono dovuti a specifiche stimolazioni di circuiti cerebrali in grado non solo di migliorare l’attenzione visiva, ma anche la memoria dei suoni del linguaggio.