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Angeli sospesi tra cielo e terra. Alcuni angeli scelti ma ancora inconsapevoli si attardano, forse perché troppo repentinamente catapultati davanti al corridoio della luce senza alcun apparente motivo, e sospesi tra cielo e terra dove non è più possibile domandare, forse cercano di capire quello che non sono più in grado di comprendere. Forse non sanno ancora di essere già angeli e forse non sanno ancora che il pensiero e la parola non gli appartengono più. Nel frattempo trattenuti ancora meccanicamente, attendono in quel limbo il mistero del dopo nel più profondo silenzio. In un tempo indefinito ognuno troverà la sua strada in un modo o nell’altro. Sospesi tra la vita e la morte, uomini, donne, bambini, attaccati ad un respiratore nel reparto di rianimazione, in attesa di un destino che nessuno è in grado di prevedere, stallati al confine tra la scienza e l’imponderabile, dove il tempo è a favore o contro a seconda delle diverse situazioni, e dove speranza e preghiera accomunano chi attende interminabili ore dietro una porta chiusa. Immagini ed emozioni affollano la mente, ricordi, rimpianti, condivisioni, discussioni, quello che era importante, necessario, essenziale, all’improvviso pare non avere più senso, né logica, è bastato un attimo, solo un attimo, e tutto è cambiato. Nel reparto di rianimazione due diverse realtà ogni giorno si confrontano con il mistero della vita, i medici ed i familiari. Da una parte il popolo dei parenti che attoniti davanti ad un monitor guardano il loro caro ripetendo ciclicamente l’accaduto come quasi per convincersi che sia successo davvero, e che appesi ad un filo sottilissimo di speranza osservano ogni piccolo segno, cercando di non farsi illusioni, cercando spiegazioni scientifiche per giustificare ogni piccolissimo movimento. Dall’altra, anche se è più corretto dire dalla stessa parte, i rianimatori, prima di tutto uomini e donne con un cuore sensibile, medici che hanno scelto una specializzazione eticamente complicata, persone che ogni giorno si misurano con il precario equilibrio della vita e troppo spesso costrette a comunicare notizie sconfortanti a chi non è in grado di apprenderne ulteriori, cercando di mantenere un contegno che non sempre riesce facile. Rianimatori e familiari siciliani, una forza congiunta che lavora e lotta per risvegliare dal sonno misterioso i “quasi” angeli, di cui nessuno è in grado di dire se riescono a sentire, a percepire, se hanno paura, se invece sono sereni in una dimensione a noi sconosciuta, ma nel frattempo che si decide il loro destino, tutti, tra medici infermieri e familiari si impegnano giorno e notte con tanta umanità cercando di alleviare le sofferenze di chi si trova immobilizzato in uno di quei letti, attaccati ad un respiratore che forzatamente spinge l’aria dentro il loro corpo inerme, per concedergli un’ultima chance.