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La perla ambientale Cava Grande, preziosa e pura anche per il cielo, all’incontro con gli scenari meteorologici che la investono e le brezze che l’accarezzano. Perché  Cava Grande è bella e pura da sotto al letto nei laghetti, da monte e da sopra al tetto (immagine) ed è bella e pura dal mare.

Dai laghetti paradisiaci di quel verde smeraldo specifico di Cava Grande in fondo al canyon (ambiente terrestre), ai colpi delle vampate d’alito africano del Sahara, caldo umido dello scenario meteorologico di scirocco, caldo secco del “libeccio chiaro” fino a 47° (luglio 1998), alle sferzate dei colpi freddi dello scenario di maestrale, freddissimi talvolta gelidi dello scenario di tramontana (ambiente atmosferico). Proprio così perché Cava Grande non è solo un'esclusiva perla incontaminata dalle acque pure e limpide. Il senso è: pulita le terra, pulita l’acqua, pulito il mare della Riserva Naturale che non ha nessuno sbocco fognario, e pulito in grande prevalenza anche il cielo di Cava Grande, specie quando sotto gli scenari meteorologici ventosi rigenerati. Come e perché dell’acqua pura ci si è sforzati di porgerne gli elementi fondamentali nell’articolo di Sicilia Fan su Cava Grande del Cassibile: http://www.siciliafan.it/cava-grande-del-cassibile-di-giuseppe-cugno/    

Ora il modello a “Scenari meteorologici” lo applichiamo appositamente di volta in volta ai luoghi e così proiettiamo il faro espositivo di sviluppo di alcuni singoli “scenari meteorologici” all’impatto con la specifica morfologia di tutto il corpo Cava Grande. E di questi selezioniamo in sintesi le risposte direzionali, meteorologiche, climatiche, pluviometriche, termiche, fra gli scenari meteorologici generali in grande e il “disturbo” in piccolo del corpo morfologico Cava Grande. Vedrete alcune sorprese anche per l’ambiente atmosferico di Cava Grande. Dopo le argomentazioni che seguono, a voi la scelta di attribuire o meno il termine “singolarità” di Cava Grande all’impatto con alcuni degli scenari meteorologici più importanti dell’estremo sud siciliano. Sperando di far partecipe chi ama davvero Cava Grande, la Sicilia, l’Italia, l’ambiente e natura tutta (preziosi per la vita).

E che c’entra Cava Grande con le immensità di sviluppo degli scenari meteorologici? Ecco il punto centrale: il rapporto morfologico espositivo di Cava Grande, rispetto agli scenari meteorologici generali che la sovrastano, ha effetti non indifferenti. Spieghiamo subito di seguito.

Nell'articolo “l'isola nell'isola”, preparatorio di approfondimenti sulla Sicilia, si era detto che c'è un luogo del sud-est dove a breve distanza dai suoi dintorni si registra una differenziazione microclimatica. E’ lo spigolo dell'estremo vertice meridionale della Sicilia sud-orientale che è da considerarsi un'isola a sé stante, aperto all'interazione dei due mari che la cinturano, lo Ionio e il Mediterraneo ed è la naturale propaggine meteorologica “subtropicale d’Italia”, il luogo più africano, il più a sud, il più soleggiato, il più secco.

Ebbene l’apertura a sud, l'entrata morfologica a questo spigolo della Sicilia, inteso come ultimo confine orografico meridionale, è data proprio dalla dorsale Cava Grande-Montagna d'Avola. Stringiamo all'ambito più immediato attorno Cava Grande per metterne in risalto l'esclusività delle implicazioni ambientali. Il promontorio di Cava Grande, in tutto il suo sviluppo, è vistoso e inconfondibile, perché è contemporaneamente il più alto dell’estrema  fascia orientale iblea ed il più avanzato e sporgente nella pianura costiera ionica (questo è importante per gli scenari meteorologici). In particolare l'originalità dei luoghi sta nel fatto che proprio in corrispondenza della cresta della dorsale rialzata si apre questo spettacolare squarcio nell’altipiano, solcato dal fiume Cassibile. Questo è l’esclusivo privilegio di Cava Grande più corposo già insito a monte nella sua struttura morfologica e geologica che erigono l'area ad una sorta di "isola paesaggistica” ad autoprotezione naturale complessiva.

Il tutto è inserito entro il triangolino della Sicilia sud orientale (più a sud della parte settentrionale dell’Africa). In questo contesto dell’estrema striscia costiera ionica, il promontorio di Cava Grande-Montagna D’Avola è il primo rilievo che si incontra dopo l'Africa attraversando il Mare Mediterraneo ed è l'ultimo rilievo che si lascia dopo i crinali della lunga spina dorsale alpino appenninica dell'Italia. E così da incontrare per prima e comunque i venti tipici degli “Scenari meteorologici” delle vampate calde di scirocco e libeccio e per ultimo i venti degli scenari freddi di maestrale e freddissimi di Tramontana, talvolta gelidi quando d’origine siberiana. Si sono uncinati sopra, per necessità di sintesi, solo alcuni “scenari meteorologici” portanti (in grande) all’incontro con la particolare morfo esposizione ricevente del corpo Cava Grande (in piccolo). Che oltre a ricevere, interferisce con lo scenario meteorologico stesso che la investe. Abbiate la gentilezza di visualizzare in video pensiero queste parole sopra la mappa satellitare, la geografia e morfologia del sud est climatico siciliano, attorno Cava Grande, e capirete a volo con facilità l’evidenza.

E poi, per completezza, altri scenari meteorologici per i quali Cava Grande non si diversifica molto dal contesto. Per esempio di fronte ad un vastissimo “Scenario di bel tempo di alta pressione anticiclonica” così come sole e cielo azzurro albergano sui laghetti di Cava Grande (che si colorano tanto più di verde smeraldo quanto più azzurro e trasparente è il cielo), così gli stessi stazionano in un’area di un migliaio di chilometri attorno.

La gamma degli scenari meteorologici estremi dal caldo al freddo (relativo) è inframmezzata dalla gamma degli scenari meteorologici intermedi, come per esempio quelli del grande immenso scenario occidentale atlantico di ponente (da ovest a est), con flusso quasi parallelo all’asta di Cava Grande di poco ruotata verso ESE. Il risultato è una vastissima pluralità di essenze, da quelle calde subtropicali a quelle fredde nordiche, addensate in uno scrigno di biodiversità a prevalente peculiarità mediterranea, a portata di mano, a vista d'occhio esibita in una mostra permanente della natura e del bello in corridoio stretto e lungo ortogonale al Mare Ionio del Golfo di Noto.

E pertanto Cava Grande si offre in allineamento perfetto a ricevere al meglio anche l’insinuarsi delle brezze marine su e giù per il canyon terminale aperto alla pianura costiera terrazzata. E fra un versante  sovraesposto a mezzogiorno e l’opposto a nord, fra i meandri sinuosi e gli anfratti concavi di mezza costa ad alto surriscaldamento, a vegetazione secca bruciata dal sole, vi si stabiliscono per riequilibrio termico micro venti localissimi, in sotto variante alle brezze termiche generali di versante, tipiche delle valli. Fate caso agli improvvisi colpetti di piacevole vento delle ore più calde che si infilano fra i meandri sinuosi del fiume, ma che soccombono di fronte agli scenari meteorologici più possenti (maestrale). Invece proprio sotto lo “scenario di calma di bel tempo di alta pressione” è facile imbattersi, nei più sperduti angoli della cava, in questi colpi di ventaglio della vegetazione, azionati da questa brezza morfologica di versante, interna al Canyon, più piccola della brezza marina costiera.

Inoltre le esposizioni a mezzogiorno della pianura, che bordano al piede il rialzo di Cava Grande-Montagna D’Avola sono “le serre naturali” più calde d'Italia. In brevissimo, sono sottovento al riparo dallo scenario meteorologico freddo di netto maestrale.

La pluralità d’influssi è ricchezza. Ricchezza di tutto, risorse e prodotti naturali della terra, nella potenza del gusto, del carico zuccherino, di sapori e odori forti e penetranti (timo, mentuccia, salvia, origano) più altre specialità come la mandorla “pizzuta” d’Avola che è il risultato di questa specifica “culla” ambientale. Una modesta controprova osservativa. Negli stessi luoghi, alla stessa latitudine, gli alberi di mandorlo (che non amano il freddo) si diradano e lasciano spazio definitivo a monumentali alberi di carrubo e ulivo, già appena sopra le superfici terrazzate rialzate che salgono a gradinata verso l’apice del versante nord di Cava Grande (intorno quota 290 m), specie se esposte a nord est frontalmente allo scenario meteorologico di tramontana.

Profilo breve

GIUSEPPE CUGNO – Geologo specialista Ambiente e Territorio, Clima e Meteorologia, docente universitario a contratto, scrittore.

E’ andato dove lo ha portato la passione. Risultati: la ricerca ideata sul modello “Scenario meteorologico” raccolta nel libro Scenari Meteorologici Ambientali Mediterranei che gli è valso in Italia il Premio speciale Carver 2014 per la saggistica; l’impegno totale (una storia) per Cava Grande del Cassibile, studiata, pubblicata (Cava Grande del Cassibile – L’ambiente fisico del Canyon), divulgata e fatta conoscere al mondo e dopo difesa strenuamente da discariche (di Stallaini); il successo nella tutela e salvataggio, dall’inquinamento discarica, di sorgenti d’acqua ad uso potabile di migliaia di cittadini (Canicattini Bagni) nei Monti Iblei.

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