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01Fanpage http://goo.gl/PnEgmx Museo Salinas di Palermo

Documento di enorme valore, fondamentale per la ricostruzione della più remota storia egiziana, il frammento di iscrizione geroglifica noto come Pietra di Palermo (Black Stone in ambito anglosassone) è entrato a far parte delle collezioni del Museo sin dalla fine dell’Ottocento allorché fu donato dal collezionista di opere d’arte Ferdinando Gaudiano. È il più grande frammento conservatosi di una grande stele di diorite nera che reca incisa su entrambe le facce la cronaca di circa 700 anni di vita egiziana. Divisa in fasce orizzontali a loro volta suddivise in scomparti contenenti ognuno un’iscrizione in caratteri geroglifici, vi sono registrati, preceduti da un elenco di nomi di sovrani predinastici, gli annali delle prime cinque dinastie del periodo della storia egiziana denominato Antico Regno (2850-2322 a.C. ca.), dal regno di Menes, il faraone che unificò l’Egitto, fino ad allora diviso in Alto e Basso, al terzo faraone della V dinastia. Riporta anno per anno (ciascuno scomparto corrisponde a un anno), al di sotto del nome del sovrano accompagnato da quello della madre, gli avvenimenti più importanti e l’altezza raggiunta dalla piena del Nilo; sono inoltre indicate le congrue donazioni di terre e beni effettuate dai sovrani al dio Ra, ad Hathor e alle misteriose Anime di Eliopoli. La sua funzione fu probabilmente calendariale e cronologica a beneficio del tempio di Phat a Menfi, dove si ipotizza sia stata ritrovata. Si conoscono altri frammenti di sicura pertinenza, due dei quali si conservano al Museo Egizio del Cairo e uno al Petrie Museum of Egyptian Archaeology dell’University College di Londra.

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