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Organizzazioni criminali straniere in Italia che puntano sul business dell'immigrazione clandestina, ma anche un nuovo "salto di qualità delle mafie romane", adesso più vicine a quelle "classiche" come la 'ndrangheta. Cosa Nostra, invece, starebbe andando incontro a una riorganizzazione dopo la morte di Totò Riina. Sono le conclusioni dell'ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia. Secondo la Dia, tra gli affari più fiorenti per la malavita straniera in Italia c'è proprio la tratta degli esseri umani: gruppi di cittadini maghrebini, soprattutto libici e marocchini, sono coinvolti "nel trasporto di migranti dalle coste nordafricane verso le coste siciliane". Per queste organizzazioni "il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina è oggi uno dei principali e più remunerativi business criminali, che troppe volte si coniuga tragicamente con la morte in mare di migranti, anche di tenera età".

A Roma, invece, i gruppi mafiosi hanno ormai raggiunto il livello di 'ndrine, clan camorristici o corleonesi. "Gli esiti investigativi e giudiziari degli ultimi anni continuano, infatti, a dar conto di una realtà, quella romana, particolarmente complessa sotto il profilo delle infiltrazioni criminali, che vedono all'opera qualificate proiezioni delle organizzazioni di tipo mafioso italiane (siciliane, calabresi e campane in primis), che sono riuscite agevolmente ad adattarsi alle caratteristiche socio-economiche del territorio di elezione. All'occorrenza, queste compagini criminali sanno perfettamente intersecare i propri interessi non solo con i sodalizi di matrice straniera, ma, anche, con le formazioni delinquenziali autoctone" che "hanno adottato il modello di tipo mafioso".

In Sicilia, dopo la morte di Riina, Cosa Nostra attraversa una "fase di transizione e di rimodulazione, contraddistinta dal rischio di forti tensioni che potrebbero sfociare in atti di forza, con pericolose ripercussioni sull'intera organizzazione mafiosa". Per l'Antimafia "è assai improbabile che a succedergli sia Messina Denaro" ed è "ragionevole ritenere che Cosa nostra tenderà ad una gestione operativa di tipo collegiale, in linea di continuità con la strategia perseguita negli ultimi anni".