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CATANIA – La dottoressa stuprata a Trecastagni dal 26enne Alfio Cardillo lamenta un "silenzio assordante" da parte delle istituzioni. Da allora "non è cambiato niente", dice Serafina Strano, che ha deciso di rivelare la sua identità in un'intervista a "La Nazione". Una decisione non facile ma che ha preso perché vuole che la sua storia "non finisca nel dimenticatoio e serva da battaglia a tutte le donne". La dottoressa racconta il suo dolore e la sua delusione perché "nulla è stato fatto". Le guardie mediche restano "zone franche". "Da settembre lancio appelli, sono passati due mesi e si fanno solo chiacchiere", denuncia. Rimarca poi la necessità di prevedere la presenza di vigilantes in ogni guardia medica. "Le mie colleghe sono terrorizzate", dichiara senza mezzi termini al quotidiano toscano.

"Sono stata violentata anche dalle istituzioni", le sue parole. Dopo lo scalpore dei primi giorni, solo un "silenzio assordante". Si dice "rammaricata" del comportamento del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin:  "Ha fatto delle dichiarazioni formali subito dopo la vicenda e non si è degnata neppure di telefonarmi. Si è limitata alla buffonata dell’invio degli ispettori ministeriali". Chiama in causa anche Maria Elena Boschi, sottosegretario con delega alle Pari opportunità: "In questi giorni era a Taormina, a pochi chilometri da qui, per il G7. Un’inutile passerella".

Parole dure anche per l'ex presidente della regione siciliana Rosario Crocetta: "Ha promesso mare e monti, mi ha espresso solidarietà ma poi non l’ho più risentito né visto. L’unica che si è rivolta nei miei confronti è stata la presidente della Camera Laura Boldrini", conclude Serafina Strano, che racconta infine di non voler più lavorare in una guardia medica e di avere già presentato istanza per essere ricollocata, essendo specializzata in ginecologia e ostetricia, "in un consultorio o in campagne di prevenzione contro la violenza sulle donne".