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Il primo dei film ispirati ai romanzi storici di Andrea Camilleri, andato in onda lunedì 26 febbraio, non ha deluso le aspettative. "La mossa del cavallo", questo il titolo, ha tenuto incollati allo schermo moltissimi spettatori. Quello che non tutti sanno, è che l'opera dello scrittore siciliano affonda le sue radici in un fatto di cronaca accaduto a Barrafranca, nell'Ottocento, con l'omicidio di un prete.

La vicenda legata all'omicidio di Andrea Vasapolli era stata annotata da Leopoldo Franchetti – politico, economista, studioso meridionalista e senatore del Regno d'Italia – durante la sua inchiesta sulle condizioni socio-economiche della Sicilia a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Proprio gli appunti di Franchetti hanno ispirato Andrea Camilleri. I fatti sono stati descritti con una lunga ricerca da Salvatore Vaiana, con il volume "Una storia siciliana tra Ottocento e Novecento".

Andrea Vasapolli faceva parte di una potente e ricca famiglia terriera e l'omicidio avvenne nel marzo del 1876 a Barrafranca. L'assassino era Eugenio Vasapolli, cugino della vittima, ma la potente famiglia è riuscita a depistare le indagini, facendo ricadere la colpa su un forestiero proveniente da Moncalieri (Torino): Francesco Costero. Questi, dopo aver sentito due spari di fucile a pallettoni, ha rinvenuto a terra Andrea Vasapolli, che prima di morire aveva fatto il nome del cugino.

«Molti turisti – afferma il presidente della Pro Loco, Filippo Salvaggio – chiedono di visitare palazzo Vasapolli e i luoghi in cui accaddero le vicende narrate e rimangono attratti dalla storia delle bizzarre malefatte dei fratelli Vasapolli».

Malgrado l'iniziale depistaggio e l'arresto di Costero, le indagini presero poi la giusta direzione ed Eugenio Vasapolli venne condannato a 15 anni di lavori forzati, al risarcimento dei danni 10mila lire in favore delle parti civili e alle spese di liti.