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Francesca Dellera ha concesso una lunghissima intervista al "Corriere della Sera", accettando di raccontarsi a 360 gradi. Cominciando del fatto che avrebbe voluto studiare, ma aveva bisogno di soldi. "Mio padre faceva il commercialista ma ebbe dei problemi e siccome mia madre aveva sempre fatto la casalinga, io dopo il liceo abbandonai l’idea di proseguire. Non ero una grande studiosa, però non mi sarebbe dispiaciuto continuare. Arrivai a guadagnare in un giorno quello che mio padre racimolava in un mese. Essere indipendente economicamente è sempre stata una mia priorità. Potrei morire piuttosto che dipendere da qualcuno", dice.

Tinto Brass si accorge di lei e la fa debuttare nel film "Capriccio" (1987). Qualche imbarazzo per i palpeggiamenti del regista? "Non ho mai permesso a nessuno di mettermi le mani addosso, tantomeno a Brass", assicura la Dellera, che preferisce ricordare il suo rapporto lavorativo con Marco Ferreri: "Lo considero il mio maestro, una persona che mi ha fatto crescere artisticamente". Sì, ma nel film "La carne", cruda storia di cannibalismo erotico, c’era anche Sergio Castellitto. "Posso dire solo una cosa. Quando girai a fianco di Alain Delon "L’orso di peluche", il primo giorno di set si presentò con un gigantesco mazzo di fiori e, siccome avevamo delle scene d’amore osé, prima di girarle mi sussurrò 'scusami se ti devo baciare'. Castellitto non aveva certo la stessa classe del collega francese, tutto qui".

Una carriera artistica piena di incontri. Per esempio con Federico Fellini, che la voleva nel ruolo della fata nel film "Pinocchio": "Il grande regista aveva in comune con Ferreri due aspetti: entrambi amavano le figure femminili e il loro cinema era fatto praticamente senza copione. L’incontro con Fellini lo ricordo con fascinazione. Lui intendeva reinterpretare la storia come una favola visionaria. Purtroppo non fece in tempo a girare il film". Poi Alberto Moravia, che le dedicò un’intervista: "Fu un onore, perché prima di me aveva intervistato Claudia Cardinale e Sophia Loren, ma ero giovanissima e non mi resi conto della statura del personaggio. Lui uno scrittore gigantesco, io una ragazza che aveva avuto la fortuna di incuriosirlo. Mi incuteva timore".

Il cantante Prince aveva perso la testa per l’attrice con "la pelle più bella del cinema italiano". "Venne appositamente dagli Stati Uniti per conoscermi. Per vedersi 'La carne' affittò un cinema intero. Se mi invitava a cena a Parigi, voleva l’intero locale per noi. Era sempre sopra le righe: dormiva pochissimo ed era capace di esibirsi in un concerto alle 4 del mattino, un tipo davvero eccezionale". Anche la sua morte, il 21 aprile 2016, nell’ascensore della sua residenza, ha qualcosa di eccezionale: "Non bisogna pensare al binomio droga-rockstar. Prince era un salutista, ma aveva problemi molto seri legati a un’operazione all’anca, assumeva antidolorifici fortissimi. Nell’autopsia è stata riscontrata un’overdose da farmaco. Un rimpianto ce l’ho: mi aveva proposto di essere al suo fianco in un video, ma non me la sentii di accettare: la figura del pigmalione e amante non fa per me". Un episodio che non ama ricordare è il rapporto burrascoso con Gina Lollobrigida sul set de "La Romana": in una scena l’attrice le mollò un schiaffone, giustificando il gesto perché richiesto dal copione. "Dimentico ciò che non mi piace, lo rimuovo. Dico semplicemente: io non sono come loro".

La Dellera ricorda con piacere con Catherine Deneuve e Jeanne Moreau: "La Deneuve un mito, mi dava anche tanti consigli di bellezza, tipo non far sciupare la pelle dal sole". Con la Moreau girò "La Contessa di Castiglione": "A lei devo una scena che mi riuscì benissimo. Il copione richiedeva che mi sciogliessi in un pianto dirotto. È stata Jeanne, grazie al suo carisma, a emozionarmi talmente tanto da mettermi nella condizione psicologica giusta per arrivare alle lacrime vere". Questa faccenda di proteggere la pelle di luna dal sole torna spesso nel percorso di Dellera: "Già da quando facevo la modella, mi consigliarono di trattarla come fosse assicurata con i Lloyd’s di Londra". E con questa pelle è arrivata intatta a 52 anni. "Certo, anche perché non fumo, non bevo… un regime iniziato a 20 anni". A proposito di età, esiste il rimpianto di non aver avuto figli? "Avrei potuto averli e mi sento in colpa con tante donne che vorrebbero ma non possono diventare madri. Ho avuto una vita problematica e sono un’anarchica, ma quando metti al mondo delle creature la tua responsabilità è perenne".

E adesso cosa fa la Dellera? "Ho fatto una vita intensa, esagerata, internazionale, dove ho ottenuto tanto, ma il successo e la popolarità sono esperienze molto violente quando si vivono da giovani. Per questo poi ho fatto del tutto per scomparire. Oggi impera l’apparire a tutti i costi, io lo chiamo 'presenzialismo disperato', una deriva narcisistica da cui prendo le distanze. Non mi interessano i social, trovo orribili i selfie. Dolori? Oltre alla morte dei genitori, quella di una persona con cui ebbi una storia importante, ma che si è suicidata e non posso dire chi era". Top-secret anche l’attuale fidanzato francese: "È come me, non vuole apparire e lo rispetto: è un musicista. Il futuro? Carpe diem. Non ho programmi, è la vita stessa che prende decisioni per noi. E allora vivo alla giornata, sono una cicala".