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Continuano, purtroppo senza esito, le ricerche di Giuseppe Liotta. Il medico quarantenne, palermitano, risulta disperso in seguito all’alluvione di sabato scorso. Di lui, nessuna traccia, a parte il giubbotto che indossava, ritrovato dai carabinieri in contrada Scalilli. Sono stati rinvenuti anche un paio di jeans e una cinta, forse appartenuti a Liotta.

Il pediatra stava andando all’ospedale dei Bianchi di Corleone per il cambio turno. Ecco cosa ha spiegato Domenico Cipolla, primario delle unità di Neonatologia all’Asp di Palermo, che fa la spola con l’ospedale di Corleone. «La collega che era di guardia sarebbe rimasta anche la notte glielo aveva detto: non è il caso di andare al lavoro. Alle 18 quando è partito da Palermo non c’era la pioggia. La bomba d’acqua è’ caduta alle 19,30. A metà strada ha fatto una seconda telefonata. E la collega ha ribadito che c’era brutto tempo. Giuseppe è rimasto bloccato insieme ad altre auto. Se non fosse andato al lavoro son sarebbe successo nulla. Non ci sono sanzioni disciplinari. E’ un normale rapporto tra colleghi l’importante che ci sia continuità territoriale. Il suo senso del dovere lo ha portato da sfidare le intemperie».

L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha telefonato alla moglie di Liotta. «Come tutti i siciliani sto seguendo sin dal primo momento con molta apprensione la vicenda del pediatra che, con straordinario senso del dovere, non ha esitato a mettere in pericolo la sua vita per recarsi sul posto di lavoro. La sua vicenda sta toccando il cuore di tutti noi. Quando a volte ci rivolgiamo con un pizzico di egoismo e superficialità ai medici pensiamo all’esempio di gente come il dottore Liotta e alla eccezionale dedizione che molti di essi prestano alla loro professione».