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Il carretto siciliano è uno dei simboli più famosi della Sicilia. Nato come mezzo di trasporto, con il tempo è diventato rappresentazione della cultura siciliana, nonché una vera e propria opera d’arte. La realizzazione dei carretti, infatti, richiede una grande maestria.

Da una città all’altra della Sicilia, i carretti assumono diverse caratteristiche, ma ciò che non cambia è l’origine contadina, “popolare”.

Il carretto è trainato da un solo animale, quindi è pratico e funzionale. Le sue dimensioni non sono grandi ma, nonostante questo, è molto difficile da realizzare. Vengono chiamate in causa diverse maestranze. Falegnami e intagliatori realizzano le parti in legno, il fabbro si occupa degli elementi in ferro battuto, mentre il carradore assembla le parti. A completare il tutto, ci pensano i pittori, che lo decorano con le classiche e ben note trame.

Carretto Siciliano - Foto di Franco Di Caro

Foto: Franco Di Caro

Storia dei Carretti Siciliani

Il carretto è stato in uso in Sicilia dal XIX secolo fino alla seconda metà del XX secolo. Si è diffuso a partire dai primi anni dell’Ottocento, diventando il mezzo di trasporto più utilizzato da chi lavorava la terra o trasportava merci. Collegava, così città e zone diverse.

Arrivati alla seconda metà del XX secolo i carretti siciliani divennero obsoleti, per via della sempre più crescente motorizzazione del lavoro nelle campagne.

Carretto Siciliano

Foto: collezione di Fabio Sciacca

Il significato dei disegni del Carretto Siciliano

Al di là dell’aspetto estetico, i disegni dei carretti siciliani hanno una funzione pratica. Servono a proteggere il legno, facendo sì che restasse in buone condizioni il più a lungo possibile. Ancora, hanno un valore scaramantico e apotropaico. Le scene rappresentate vengono intese come portafortuna, in grado di allontanare la malasorte e garantire grande prosperità. In ultimo, i dipinti, nel caso degli ambulanti, servivano anche ad attirare potenziali clienti.

Caratteristiche del carretto

Come abbiamo anticipato, i carretti hanno caratteristiche diverse, a seconda dell’area geografica di riferimento.

Nel palermitano il carretto presenta sponde trapezoidali, una tinta di fondo gialla e decorazioni prevalentemente geometriche. I temi rappresentati sugli scacchi variano tra cavalleresco e religioso, realizzati nelle tonalità basilari del rosso, del verde, del giallo e del blu. Le sfumature sono ridotte all’essenziale e la prospettiva bidimensionale.

Nel catanese le sponde sono rettangolari, la tinta di fondo è rossa come la lava dell’Etna e gli intagli e le decorazioni si presentano più ricercati e meglio rifiniti. Nelle produzioni più moderne, i quadri contemplano la tridimensionalità prospettica, la gamma di tonalità si arricchisce e le sfumature e i chiaroscuri si fanno più incisivi.

Meno conosciuto è lo stile ragusano. Qui il carretto presenta una struttura simile al catanese, riprende il rosso come colore di fondo, ma nelle tonalità si distingue per la sua caratteristica gradazione scura. Le pennellate, sia nei quadri che nelle decorazioni, sono caratterizzate da un tratto netto, “istintivo”, in contrapposizione alla ricercata pennellata sfumata del catanese.

Esiste anche uno stile trapanese, che però non ha raggiunto la stessa diffusione del palermitano e del catanese.

Carretti Siciliani oggi

Oggi il carretto siciliano rappresenta perlopiù un elemento folkloristico. Per questo motivo, è sempre importante ricordare la sua importante tradizione. Si vedono ancora i carretti nelle località turistiche e nelle città più grandi, ma compaiono anche nel corso delle feste popolari e delle sagre.

Pochi maestri mantengono ancora viva la tradizione, ma vi è ancora chi si dedica a tramandare questa splendida arte siciliana.

Foto in evidenza di Alessia Schembri

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