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SCIACCA (AGRIGENTO) – Sale a 40 il numero dei cani avvelenati a Sciacca, in provincia di Agrigento. Il presidente di Aidaa Lorenzo Croce ha firmato una denuncia nei confronti del sindaco Francesca Valenti per violazione della legge 281/91 in quanto "primo responsabile per il benessere dei randagi presenti sul territorio comunale e della loro salute ed incolumità", per l'articolo 323 del codice penale avendo "con il suo comportamento ritardato volutamente l’emissione dell’ordinanza comunale che avvisava della presenza dei bocconi avvelenati e avendo quindi commesso abuso d’ufficio". 

I volontari dell’Enpa di Catania, Adrano e Agrigento, sono andati a Sciacca. Nell’area di capannoni dismessi, i volontari hanno trovato rifiuti, materiale di risulta e altre esche avvelenate. Sulla questione interviene anche Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa). La Brambilla dice:

"Se davvero si vogliono impostare misure immediate e risolutive contro il randagismo dilagante in Sicilia, è indispensabile richiamare alle proprie responsabilità i soggetti cui le leggi vigenti affidano compiti evidentemente disattesi: i prefetti, i sindaci, le aziende sanitarie. L'uso del veleno per risolvere, con un macabro e inaccettabile fai da te l’emergenza randagismo, è purtroppo cosa di tutti i giorni, in Sicilia e in altre regioni del paese. Ma le dimensioni del massacro dicono che in alcuni territori si è ormai passato ogni limite, sia per quanto riguarda le sofferenze inflitte ad animali, sia per il pericolo di sicurezza e sanitario per le persone, sia per l’immagine di un territorio dove quest’anno tornerà anche il giro d’Italia, passando proprio per Sciacca".