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01E non parliamo solo della presenza di ultracentenari nel nostro Paese; buone notizie arrivano anche dalla mortalità infantile e adolescenziale. Calano anche i ricoveri sotto i 17 anni, anche se il Sud è meno virtuoso.

Secondo il ministero della Salute, in Italia muoiono sempre meno bambini: 3,1 ogni 1.000 abitanti, nel 2011; solo 1,32 ogni 10.000, se consideriamo la fascia critica che va dall’1 ai 4 anni. È il risultato positivo del rapporto sul Paese che afferma lo stato di salute della nostra sanità.

I numeri dei ricoveri pediatrici, ovvero quelli che interessano i ragazzi e i bambini al di sotto dei 17 anni, sono i più bassi d’Europa, anche se con evidenti differenze da regione a regione. In Friuli Venezia Giulia, le ospedalizzazioni giovanili e pediatriche ammontavano a 45 su 1.000 nel 2012, mentre in Puglia, fanalino di coda, erano 90.

Stesso discorso anche per la mortalità. Al Nord non sopravvivono 2,9 bambini su 1.000, mentre al Sud la media è di 3,9.
In generale, le aspettative di vita del mondo sono migliorate. Se ovunque si vive 6 anni in più rispetto al 1990 (in testa come sempre le donne a confermarsi più longeve), di contro sono cambiate le cause di morte, soprattutto tra i giovani e gli anziani.

Infarti e ictus rimangono ancora in testa, anche in Italia; solo due anni fa, i dati dell’Istat hanno rilevato più di 75.000 decessi provocati da malattie ischemiche, più di un 12% delle stime, che si è andato ad affiancare al 10% dei decessi registrati, provocato da malattie cerebrovascolari, e ad un 7,9% da altre malattie che coinvolgono solo il cuore.

Tra il 2007 e il 2012 sono anche aumentati i casi di suicidio (di ben il 7%), una delle prime cause di morte nei giovani. Esponenzialmente sono anche aumentati i decessi, soprattutto tra i giovani, per incidenti, che diventano cause rare di morte quando si considera l’intera popolazione. A partire dal 2012 infatti, vi è stata un’impennata delle malattie ipertensive, delle basse vie respiratorie, e di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, che colpisce in misura maggiore le donne: il 7% del totale nel 2012.

A rischio cardiovascolare sono ancora loro; per quanto infatti siano molti di più gli uomini che ogni giorno periscono per via di un attacco cardiaco, nelle donne è considerato più letale in quanto più silenzioso.

A scalare la classifica delle patologie più frequenti nella popolazione mondiale occidentale è anche il diabete, terza causa di morte. Se consideriamo la differenza tra Nord e Sud d’Italia, l’incidenza maggiore al Nord ce l’hanno malattie che colpiscono i neuroni, come la demenza, mentre al Sud è diffuso soprattutto il diabete mellito.

Ma l’aspettativa di vita è aumentata anche nel Sud del mondo; ciò che cambia, tra ricchi e poveri, sono i modi in cui si cessa di vivere. In Africa si muore infatti ancora per semplici infezioni, ma le cose stanno già migliorando. Fuori classifica è invece l’India che infatti è stato, nel 2013, il luogo in cui si sono consumati il 19% dei decessi del mondo.

 Autore | Enrica Bartalotta