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01CHI PUO’ NE PARLI NELLE SCUOLE. Di questo sui libri di storia non vi è traccia.

Era il 20 gennaio del 1893, quando a Caltavuturo (Pa), ebbero inizio i “Fasci Siciliani dei Lavoratori”.
Un gruppo composto da contadini, intellettuali, minatori tornava all’occupazione PACIFICA di alcune terre, un appezzamento che l’amministrazione comunale del sindaco Giuffrè aveva loro promesso da tempo ma che mai era stato assegnato. Nei pressi della piazza del paese si trovarono la strada sbarrata da un drappello di soldati e carabinieri, coaudiuvati da un gruppo di campieri mafiosi (agli ordini della nobiltà e dei ricchi possidenti) che misero in atto l’ordine,di fucilare i manifestanti, dato dal Presidente del Consiglio Francesco Crispi.
Era mezzogiorno del 20 gennaio 1893, il giorno di San Sebastiano.Nel pomeriggio, una compagnia di fanteria arrivata da Palermo scatenò una caccia all’uomo sulle alture circostanti il paese, arrestando molti dei contadini scampati alla strage. I corpi degli assassinati furono lasciati per quasi due giorni sul selciato prima che ai familiari fosse consentito di dare loro sepoltura.

A lu vinti di innaru na matina,
na curnetta che allegra sona.
Ma d’unni chiuvìu tanta ruvina?
Si vitti na timpesta senza trona,
e gridavanu cu vuci libertina
“A morti tutti li capuriuna!
A morti li capuriuna!

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