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Giulia Bongiorno insieme a Michelle Hunziker per Juventus-Napoli di sabato scorso. Una presenza che non è passata inosservata. Il noto avvocato palermitano, membro del Consiglio di Amministrazione della società bianconera, ha parlato di molti argomenti al "Corriere della Sera".

"Conobbi Beppe Marotta ai tempi del processo per la presunta combine di Atalanta-Pistoiese dove difendevo due giocatori della società bergamasca. Poiché i processi sportivi rappresentano per l’accusa un calcio di rigore (cioè quasi sempre si concludono con una condanna) all’epoca fece scalpore la sentenza di assoluzione piena. Così per Beppe sono come il giocatore di fiducia: quando cambia società, mi segnala. All’ambiente bianconero mi sono avvicinata anche difendendo Antonio Conte. Prima dell’arringa mi inviava sms per incoraggiarmi: 'forza Giulia, domani è la nostra gara'. Era il suo modo per caricarmi. Non pensavo di trovare un cliente così meticoloso, attento a ogni dettaglio. Voleva sapere in anticipo come avrei impostato l’arringa difensiva. A me non piace fare le cose così per farle, e a lui nemmeno: anche a carte vogliamo vincere.

Ho sempre amato il calcio: il Palermo la squadra del cuore, la Juve quella di riserva. Ho sofferto però per non averlo potuto praticare quando ero bambina: mica esistevano i corsi che ci sono a disposizione ora. Così mi sono iscritta a basket, l’ho praticato dai 4 anni fino ad arrivare in A2. Poi sono stata anche allenatore e arbitro. Lo sport insegna regole di vita che né i genitori né la scuola riescono a trasmettere, come il valore di accettare una panchina. Cosa penso di Zamparini? So che è un presidente vulcanico ma non lo conosco. Lo ringrazio perché ci ha portato dalla B alla A e ha formato Dybala".