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Dalla "sindrome di Raperonzolo" allacecità dovuta all'uso eccessivo di smartphone. A raccogliere i più strani casi medici dell'anno descritti dalle riviste scientifiche è il sito "Livescience". Ecco la lista: 

Cecità temporanea da smartphone – Secondo uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine", usare lo smartphone al buio mentre si è a letto può causare episodi di cecità temporanea che possono durare fino a 15 minuti. I ricercatori americani hanno esaminato i casi di due pazienti donne, di 22 e 40 anni, che hanno lamentato la perdita temporanea della vista in più occasioni, senza conoscerne la causa anche dopo vari esami neurologici.

Allucinazioni da glutine – Sempre sul "New England Journal of Medicine" è stato descritto un caso di "allucinazioni da glutine" in una 37enne affetta da celiachia. "La donna ha smesso di consumare glutine e il sintomo è scomparso ma quando inavvertitamente lo assume le allucinazioni ritornano".

Sindrome di Raperonzolo – Nello stomaco aveva una palla gigante di capelli, che misurava 15 centimetri per 10, e nell'intestino un'altra più piccola di 4 centimetri per 3. Entrambe sono state rimosse in una donna di 38 anni da un team di chirurghi in Arizona, negli Stati Uniti. Un episodio record di "sindrome di Raperonzolo", disturbo psicologico che causa un irresistibile bisogno di strapparsi i capelli e di mangiarli.

Un peperoncino esplosivo – Fra i protagonisti delle storie più bizzarre c'è anche il "peperoncino fantasma", il più piccante al mondo, che secondo un articolo del "Journal of Emergency Medicine" è riuscito a creare un buco nell'esofago di un uomo.

Olfatto scomparso – Il morso di un serpente invece, riporta il "Journal of Clinical Neuroscience", ha fatto perdere l'olfatto a un uomo in Australia per oltre un anno.

Cleptomania temporanea – La rivista "Bmj Case Reports" descrive invece il caso di una donna affetta da "cleptomania temporanea" dovuta a un intervento al cervello.

L'uomo di ferro – Un uomo ha scoperto solo in tarda età di avere una malattia rara per cui assorbiva troppo ferro dagli alimenti, "mascherata" dalle sue frequenti donazioni di sangue.

L'italiana morsa dal ragno eremita – Il veleno, per il quale non esiste antidoto in Italia, ha provocato il decesso dopo sole 12 ore dal ricovero della 65enne in ospedale.