Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

01La disinformazione che va in scena sulla Grecia sta raggiungendo livelli insopportabili. Tutti i leccaculo della Troika sono all’opera per impedire al popolo di questo Paese di scegliersi un futuro di libertà e di prosperità. In tutte le tv dell’Europa dell’euro il messaggio è identico: il pericolo è rappresentato da Tsipras e dalla sua sinistra “estrema”. E che cosa siano capaci di fare i mafiosi con i colletti bianchi della finanza internazionale l’hanno dimostrato nei giorni in cui si paventava il ritorno alle urne: in un solo giorno la Borsa di Atene ha perso il 12.9%, mentre le piazze europee hanno bruciato 220 miliardi di euro.

Ma in Grecia – alla faccia della mafia finanziaria – la democrazia ha una storia antica. La minaccia non è servita a nulla perché nel Paese di Socrate a Aristotele si andrà a votare lo stesso. In queste ore i predoni che oggi sovraintendono a quella grande truffa monetaria chiamata euro si stanno chiedendo se intervenire sulle elezioni, o se questa volta sarà meglio evitare, dal momento che la maggioranza dei greci vuole votare a sinistra per Tsipras. A che servirebbe farla finire come con il referendum sull’Europa, se poi la maggioranza dei greci scenderebbe in piazza lo stesso? A nulla. Tanto vale – è dura ammetterlo per la stessa mafia finanziaria – cedere alla volontà popolare.  

Intanto, nonostante il martellamento incessante della disinformazione, emergono alcuni fatti oggettivi. La ripresa economica della Grecia, che Bruxelles tenta disperatamente di contrabbandare come opera buona della Troika, è una bugia. La storia del Prodotto interno lordo (Pil) greco che dovrebbe crescere del 2,9%  nel 2015  e, addirittura, del 3,6% nel 2016 è calcolato sul nulla.  Se l’apparato produttivo è fatto da 10 milioni di imprese l’aumento del Pil del 2,9% è un fatto importante. Ma se viene calcolato sulle poche migliaia di imprese rimaste in piedi il dato è ridicolo. E infatti il dato sulla crescita del Pil greco è ridicolo, perché l’apparato produttivo di tutta la Grecia è messo peggio di quello della Sicilia, che già è un disastro.

La verità è che la Grecia ha ormai un’economia desertificata. Un numero impressionante di famiglie sono alla fame. In molte abitazioni mancano addirittura i riscaldamenti. Molti malati non si possono curare perché non hanno i soldi per acquistare i medicinali, mentre la sanità pubblica è allo sbando. Come ci racconta un nostro amico greco, tutto l’apparato pubblico di questo Paese è ridotto a brandelli. I dipendenti pubblici sono stati portati alla povertà. Si salvano solo le poche imprese private che ancora resistono. Mentre lo Stato sociale non esiste più.

Di fatto, la Grecia ha anticipato quello che succederà in Italia a partire da quest’anno, con lo smantellamento delle Province, delle Regioni e dei Comuni. Prima dovrebbero distruggere l’apparato pubblico del Sud – Sicilia in testa (il Governo Renzi-Merkel ha inviato nella nostra Isola un commissario, tale Alessandro Baccei, piazzato all’assessorato all’Economia con il compito di avviare, di fatto, migliaia di licenziamenti e di ridurre – come è stato fatto in Grecia – gli stipendi e le pensioni dei dipendenti della Regione).

Al di là delle previsioni ottimistiche – tornando alla Grecia – questo Paese, ammesso che andrà bene, impiegherà non meno di 15 anni per tornare ai livelli del 2007. Tra le altre bugie messe in giro da Bruxelles e smentite dai fatti, c’è anche l’aumento dell’occupazione. Questo calcolo, infatti, viene fatto non tenendo conto della gente che è andata via e che continua ad andare via dalla Grecia. Dire che l’occupazione aumenterà del 2%, quando il 10% della forza lavoro ha lasciato il Paese e continua ad andare via significa falsare i dati.  Anzi, il falso è doppio, perché ad andare via non sono più i poveri, ma anche i giovani laureati: cosa che sta avvenendo anche in Italia. Se proprio la dobbiamo dire tutta, il saldo è doppiamente negativo, perché le famiglie hanno speso un sacco di soldi per far studiare i figli che poi vanno via. Altro che aumento dell’occupazione!

Questo è lo scenario in cui la Grecia si accinge ad andare a votare. Con i banditi dell’euro che cercano in tutti i modi di frenare un Paese che cerca di liberarsi dal cappio della finanza internazionale mafiosa. Per questo predoni – che forse sopravvalutano l’Italia – la Grecia potrebbe essere un ‘cattivo esempio’ per gli altri polli che debbono ancora essere spennati dalla Troika, Italia, appunto, in testa. In queste ore stanno cercando in tutti i modi di condizionare la volontà popolare della Grecia. Ma sanno che non ci riusciranno. Perché i greci, che hanno già toccato il fondo, adesso vogliono risalire. Cosa che non succede ancora in Italia, dove la popolazione si sveglierà solo dopo che l’Europa effettuerà qualche prelievo forzoso sui conti correnti (un quotidiano nazionale, nei giorni scorsi, ha paventato un prelievo forzoso del 10%: a noi sembra esagerato, perché una mossa del genere rischierebbe di ‘svegliare’ veramente gli italiani). Quello che a noi non sembra esagerato, invece, è il prelievo forzoso, sempre da parte dell’Europa dell’euro,  dei mille e 400 miliardi di fondi comuni sottoscritti dagli ignari italiani.

Quello che è difficile illustrare al nostro Paese è che la Germania della signora Merkel – che non ha mai pagato i debiti della Seconda Guerra mondiale – ha trasformato con un meccanismo truffaldino il debito pubblico italiano in debiti delle famiglie e delle imprese. Ai tedeschi – che oggi controllano in modo militare i Paesi europei caduti nella trappola dell’euro – non va proprio giù il fatto che un Paese che ha un debito pubblico di 2 mila e 200 miliardi di euro abbia fondi comuni sottoscritti per un miliardo e 400 milioni di euro e famiglie in buona parte proprietarie, in media, di una casa o, addirittura, di due case.

Da qui il tentativo – che sta riuscendo – di grecizzare l’Italia. Ci riusciranno? Temiamo di sì, se è vero che il Governo Renzi sta dando una grande mano all’Europa dell’euro, facilitando i licenziamenti e consentendo a chi si prenderà gli assett italiani (Alitalia, Telecom, Eni, Finmeccanica e via continuando) di licenziare a piacimento.

A proposito, vi siete accorti che sta scadendo il semestre europeo di Renzi alla guida dell’Europa? A quanto pare, non se n’è accorto nessuno. Però tutti ci siamo accorti che l’Italia sta affondando. E noi, in Sicilia, grazie anche a un Governo regionale ridicolo, siamo già affondati, con oltre 5 miliardi di buco di cassa nel Bilancio regionale. Forza Matteo, Forza Rosario Crocetta portaci in Grecia…  

 Giulio Ambrosetti