Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Pino Maniaci è in fiume in piena. Dopo aver risposto per un paio d’ore alle domande del gip di Palermo Ferdinando Sestito, il direttore di Telejato si è concesso ai giornalisti. “Se c’era estorsione mi arrestavano, la verità è che non c’è. Leggete bene le carte. Le intercettazioni sono state isolate da un contesto più ampio. Quella è pubblicità, ma quale estorsione: i 66 euro (su 466, ndr) sono di IVA“, attacca Maniaci. E si giustifica così quando gli si ricorda che al telefono diceva alla sua amante ‘vado a fottere 50 euro al sindaco’: “Quello è il mio modo di esprimermi. Chi mi conosce sa che al telefono sono sboccato e esagero nei termini“.

La tranquillità, a suo dire, non gli manca: “Sono incazzato ma sereno. “Perché ho scelto come avvocato Ingroia? Perché è bravo, no?“. Secondo il direttore di Telejato, le sue colpe sono le “denunce contro la Saguto e la sua gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale. Basta leggere le intercettazioni per capirlo: era lei a sollecitare che si indagasse su di me. Assistiamo a una giustizia a due velocità: c’è gente libera, indagata per corruzioni milionarie, mentre io sono stato massacrato e mi trovo un divieto di dimora per accuse ridicole. Non so chi ci sia dietro a tutto questo, ma la Saguto sapeva molte cose“.

Poi l’argomento cani uccisi. “Ho detto minchiate – afferma chiaro e tondo – Quella dei cani uccisi è una ferita che brucia ancora molto. In quella telefonata ho cercato di fare sentire in colpa una persona per avere il mio ritorno personale. Io posso dire tutte le minchiate che voglio. Per me i cani non li ha uccisi quel signore che io ho citato nella telefonata, in quel momento mi serviva per fare sentire in colpa una persona“, spiega Maniaci in relazione al contenuto della telefonata in cui dice all’amante di sapere chi aveva ucciso i suoi cani, affermando che avrebbero dato la colpa a Cosa Nostra.

E ancora: “Sono amareggiato perché sono già stato condannato e perché per notificarmi un divieto di dimora aspettano un’operazione antimafia. Hanno arrestato 10 persone, 10 mafiosi che sono pezzi di m…, che non c’entrano nulla con me, ma sono venuti di notte a prendermi, mi fanno la foto come a un delinquente. Il fine è questo: infangare Pino Maniaci e Telejato per arrivare alla chiusura“. A proposito di chiusura dell’emittente, “vi do una notizia: domani Telejato chiude perché, avendo altri pensieri, non ho potuto raccogliere i soldi, anzi il pizzo, per pagare la bolletta della luce che scade domani“, scherza il giornalista.

In conferenza stampa anche Antonio Ingroia, l’ex pm che ora difende il direttore di Telejato: “Pino Maniaci è stato crocifisso mediaticamente. Lo sproporzionato provvedimento cautelare adottato nei suoi confronti ha avuto l’effetto di imbavagliarlo. Denunceremo una serie di fatti legati alle amministrazioni locali di Partinico e Borgetto e denunceremo per calunnia alcune delle persone offese, che hanno agito per motivi di rancore contro il nostro cliente“. L’ex pm ha puntato il dito anche contro il video, distribuito alla stampa dai carabinieri, con stralci di intercettazioni ambientali di Maniaci: “Il video mette insieme intercettazioni che non sono nell’ordinanza, perché penalmente irrilevanti, e servono solo a distruggere il mio cliente. Ad esempio la battuta su Renzi: la procura di Palermo deve chiedere ai carabinieri perché sono state inserite“.

Infine la chiusura di Pino Maniaci: “Se ho sbagliato devo chiedere scusa alla mia famiglia e anche ai ragazzi che non conoscono il mio modo scurrile di parlare e non comprenderebbero alcune ‘sbracate’ che i giornali hanno pubblicato. Voglio ribadire, al di là di tutto, che a Telejato non abbiamo mai fatto sconti a nessuno“.