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Foto di Luana PhotographerLe Madonie (Li Marunìi) sono un massiccio montuoso che sorge nella parte centro-settentrionale della Sicilia, interamente all’interno della giurisdizione della Provincia di Palermo.

La catena montuosa si estende tra le valli del fiume Torto, che la delimita a Ovest, e del Pollina a Est, e con i monti Peloritani e Nebrodi, i monti di Palermo e del trapanese forma il cosiddetto appennino siculo.
Per proteggerne la particolare conformazione geologica, nonché i vari e ricchi esemplari endemici di flora e fauna, nel 1989 è stato istituito il Parco naturale regionale delle Madonie, che include ben 15 comuni della provincia.

L’assetto morfologico del gruppo montuoso è piuttosto vario, ed è il risultato di massicce e continue stratificazioni di origini antichissime, dovute all’impilamento di una successione di unità tettoniche che distinguono l’Era del Mesozoico. Nella sua parte centrale, l’altipiano, caratterizzato da notevoli fenomeni carsici, comprende le cime più alte della Sicilia dopo il vulcano Etna, i quali danno, alla catena, anche una conformazione idrogeologica particolare, che sfocia in manifestazioni sorgive di una certa importanza, come la sorgente di Presidiano di Cefalù; ma le Madonie sono caratterizzate anche da microcosmi climatici esclusivi che forniscono un habitat unico per numerose specie di animali: soprattutto uccelli ed invertebrati. Dal 2003, il Parco delle Madonie è entrato a far parte dello European Geopark, un network europeo a cui aderiscono più di venti parchi, geologici e non.

Le Madonie costituiscono una delle aree di fondamentale importanza per l'approvvigionamento idrico del comune di Palermo, e di buona parte delle aree abitative che lo circondano. Infatti, sono numerosissime le manifestazioni sorgentizie anche importanti; una di queste è captata dall’acquedotto di Scillato, a cui dona il nome.
Il toponimo Madonie deriva da ‘Maroneum’, l'antico nome del complesso montuoso, così come citato da Plinio il Vecchio nel suo “Naturalis Historia”, opera monumentale di 37 volumi che rappresentò il primo testo di riferimento della cultura Occidentale in materia di cosmologia, geografia, antropologia, zoologia, sostanze medicinali, metallurgia e mineralogia.

Nel Parco prendono posto diversi endemismi della gariga, della macchia mediterranea e dei pascoli, ricchi di cespugli e di piante arbustive. Primo fra tutti è il cosiddetto Abies nebrodensis, che deve il nome al fatto che anticamente, per Nebrodi, s'intendevano le Madonie; oggi molte specie di flora e fauna della zona portano ancora l’antica dicitura ‘nebrodensis’. Altre specie autoctone, esclusive della zona delle Madonie, sono l'astragalo dei Nebrodi, a 1.200 metri sul livello del mare, e la ginestra del Cupani, un cespuglio spinoso diffuso a Monte Catarineci. Di particolare significato bio-geografico sono inoltre la Quacella, la stregonia siciliana, probabilmente isolatasi nel Quaternario ed evolutasi a partire dalla stregonia della Siria, e la Felce regale. Particolarmente diffusi sono inoltre i boschi di sughere, leccete e faggeti, tipici della macchia mediterranea; da menzionare è inoltre l’albero di agrifoglio, che nelle formazioni presso Piano Pomo raggiunge i 15 metri d’altezza.

La fauna è piuttosto varia, ma è soprattutto caratterizzata da rettili e anfibi come gechi, discoglossi e vipere. Tra i rapaci trovano rifugio l’aquila reale, il passero solitario, la beccaccia, l’aquila del Bonelli e diversi falchi pellegrini, oltre a lodolai e barbagianni. Tra gli invertebrati sono presenti alcune specie endemiche, come il Parnassio Apollo di Sicilia, un'elegante farfalla esclusiva delle zone più elevate, la Platicleide del Conci, una specie di cavalletta, mentre tra i coleotteri si annoverano il Rizotrogo di Romano e la Schurmannia di Sicilia. Tipico e curioso esempio di ‘animale delle Madonie’ è il cighia-maiale o suido, com’è stato ribattezzato, ovvero un ibrido di cinghiale frutto di un incrocio tra il cinghiale (razza autoctona del Parco) e una popolazione di maiali domestici; esso presenta dimensioni notevolmente accresciute (alcuni esemplari arrivano a pesare 80 chili), ed è stato accusato di stare mettendo a repentaglio il fragile equilibrio naturale del parco.

Il Parco è attrezzato con diverse strutture ricettive, nonché percorsi equituristici e punti di osservazione attrezzati per il birdwatching, escursioni a cavallo o in mountain bike. In località Petralia Sottana è possibile visitare il santuario trecentesco in catalano-barocco della Madonna dell'Alto, posto a quota 1.819 metri sul livello del mare, le Gole del Tiberio, sul fondo di una valle boscosa e silenziosa posta lungo le sponde del fiume Pollina, nonché numerose grotte e cavità naturali, anche a media e a bassa quota, sulla scia delle ‘trazzere’ borboniche e dei molteplici sentieri campestri.

Autore | Enrica Bartalotta

 Foto di Luana Photographer

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