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"Mani di questa terra" del fotografo e regista Giovanni

Caccamo si arricchisce di nuovi contenuti ed eventi collaterali:
la proiezione itinerante di un corto che racconta la mostra nelle principali piazze iblee e un concerto che allarga l'orizzonte ai temi sociali della fratellanza e della musica come linguaggio universale.

La mostra fotografica uscirà dalle stanze di Palazzo Grimaldi per dar
vita a performance artistiche lungo il Corso Umberto e nelle
piazze dei principali comuni della provincia. Facciate di chiese e
palazzi storici, private d'improvviso della luce nella magia di una
notte d'estate, diventeranno schermi di pietre su cui proiettare il
racconto visivo delle mani di artigiani, scalpellini e capimastri che le
hanno modellate. Obiettivo: stimolare, attraverso l'effetto straniante
del buio e delle immagini proiettate sui prospetti degli edifici, una
diffusa presa di coscienza dei valori artistici ed estetici insiti nel
patrimonio architettonico e urbanistico delle nostre città. Il percorso
concettuale suggerito dalle installazioni luminose consiste, come in un
gioco di prestigio, prima nel sottrarre allo sguardo le chiese e i
palazzi, suscitando meraviglia, interesse e curiosità; poi nel rivelarli
in una prospettiva arricchita dalle immagini delle mani creatrici, che
veicolano concetti quali la sapienza artigianale, il lavorio della
materia, la patina dei secoli. L'esperimento artistico, realizzato con
la regia di Giovanni Caccamo e Sava & Sava communication, toccherà Scicli, Ragusa Ibla, Modica, Noto e Marzamemi.
Domenica 22 luglio alle ore 20 a Palazzo Grimaldi i Nahoti Project
(Franco Barresi, percussioni; Ermanno Figura, chitarra elettrica; Mercy
Sunday, voce) si esibiranno in un concerto dal titolo "Mani che creano
musica". Una storia esemplare, la loro, nel segno dell'integrazione e
della musica. La giovanissima solista Mercy Sunday è arrivata nel 2016
dalla Nigeria, per poter rincominciare qui una nuova vita. Grazie alle
sue doti canore straordinarie, è stata notata subito dagli operatori del
centro d'accoglienza. Decisivi per la sua carriera musicale sono stati
gli incontri con il chitarrista e bluesman Ermanno Figura, in arte
Herman Ezscò, e con Franco Barresi, batterista e percussionista che
suona i tamburi analogici ed elettronici con una sua invenzione chiamata
"MANU", una sorta di prolungamento delle dita che moltiplica il suono,
rendendolo più unico che raro. È nato così il Nahoti Project, che unisce
«tre angoli di pensiero musicale diversi ma perfettamente collegabili».
Nei loro testi parlano di guerre e disuguaglianze, tra denuncia e
volontà di riscatto. Come nel primo album, "Life Dice", dove la vita è
una partita a dadi con il destino.Ingresso gratuito.

Gli eventi collaterali di "Mani di questa terra", così come la mostra,
sono organizzati da Sava & Sava communication con il coordinamento di
Salvatore Curcio e Concetto Iozzia e il patrocinio dell'Associazione.