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01Il friscaletto è uno zufolo di canna tipico della musica folk tradizionale siciliana.

Viene chiamato ‘friscalettu’ (oppure ‘frautu’ o ‘friscaloru’) un po’ in tutta la Sicilia, tranne che nel comune di San Fratello, dove la parlata locale risente ancora delle sue origini gallo-italiche, che fanno prendere allo strumento il nome di vescot. Inizialmente nato per mano dei pastori, che lo utilizzavano per allietarsi e passare le lunghe giornate solitarie nei pascoli, viene considerato oggi, insieme al marranzano, al tamburello e alla quartara, uno degli strumenti simbolo della musica folclorica siciliana, nella quale è stato introdotto sul finire degli anni Venti.

Lungo circa 12/30 centimetri e dal diametro piuttosto variabile di 10/20 mm, è costituito da un corpo in canna di bambù o canna di tipo più duro, sulla cui superficie vengono praticati alcuni fori: in Sicilia occidentale, ne vengono praticati 6 nella parte anteriore e uno nella parte posteriore, mentre nel messinese i fori sono sette: 5 anteriori e 2 posteriori. Elemento fondamentale della sua struttura è il tappo, solitamente realizzato in legno di oleandro, ulivo o fico.
La ricerca del materiale è la parte più importante per la buona riuscita del friscaletto, la cui costruzione era una tradizione che veniva tramandata oralmente di generazione in generazione. Ogni artigiano era geloso custode delle sue tecniche, che sapevano rendere lo strumento, stabile timbricamente e unico nelle sfumature.

Il friscaletto è uno strumento che non permette variazioni volumiche, poiché una maggiore intensità nell'emissione del fiato, causerebbe una stonatura nella melodia. Ciascun friscaletto ha quindi un carattere proprio e proprio timbro. Fa parte della famiglia degli aerofoni, essendo affine al flauto dolce. Esistono, anche nel caso del friscalettu, strumenti realizzati in diverse accordature ; i più comuni sono accordati in do, in sol e in la.

I più celebri artigiani, nonché friscalettari esistenti, sono Gemino Calà e Calogero Bennici; per ascoltare lo strumento in azione, è possibile aprire le proprie orecchie ai suoni messi in scena dal gruppo folkloristico "La Giada" che da ben tre generazioni, si occupa di portare avanti le tradizioni musicali siciliane nel paese di Belpasso (Catania), attraverso esibizioni con fisarmonica, friscalettu, marranzano, mandolino, nacchere siciliane, tamburello e quattara.

Presso Villaggio Gesso, un piccolo comune situato nella provincia di Messina, a questo antico e curioso strumento è stato dedicato un museo denominato Museo “Cultura e Musica Popolare dei Peloritani”: quattro sale espositive in cui si possono ammirare un totale di ben 150 strumenti musicali, tra cui aerofoni, idiofoni (della cui famiglia fa parte lo scacciapensieri), membranofoni e cordofoni; gli spazi del museo sono inoltre dedicati a una rapida esposizione di antichi utensili, manufatti e oggetti della civiltà contadina, tra cui spicca il friscaletto.
A Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, nell’agosto del 2014 è stata organizzata, per volere dei noti musicisti e friscalettari Calogero Bennici, Salvatore Trimarchi e Angelo Daddelli, “Friscalettando”, raduno di friscalettari siciliani giunto alla sua terza edizione. In precedenza, la manifestazione popolare aveva toccato i comuni di Barrafranca (EN), nel 2012, e di Cesarò (ME), nel 2013.

Autore | Enrica Bartalotta

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