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L'Agcom boccia le tariffe ogni 28 giorni per il rinnovo dei contratti di telefonia fissa. "L'unità temporale per la cadenza di rinnovo e fatturazione dei contratti di rete fissa deve essere il mese affinché l'utente possa avere la corretta percezione del prezzo offerto da ciascun operatore e la corretta informazione sul costo indicato in bolletta per l'uso dei servizi", si legge nella delibera. Ammonimento non solo a Telecom, che ha in programma il cambio tariffario per l'1 aprile prossimo ma sopratutto a Vodafone, che effettua la tariffazione a 28 giorni dall'aprile 2016 e Wind che ha lanciato l'iniziativa nello scorso settembre.

Per questi due ultimi gestori la modifica della modalità di tariffazione significherebbe dover rimborsare agli utenti circa l'8% di quanto già fatturato. I gestori avevano individuato in questo sistema, peraltro già consolidato nella telefonia mobile e non contestato dalla delibera dell'Agcom, per far salire il fatturato. Considerando il contesto non stupisce la dura replica di Asstel, l'associazione di categoria degli operatori telefonici, che ha giudicato la delibera priva di basi giuridiche.

L'associazione ricorda che Agcom non ha il potere di disciplinare il contenuto dei rapporti contrattuali fra operatori telefonici e clienti, quale ad esempio la durata di rinnovo e dei cicli di fatturazione, ma può soltanto intervenire a tutela della clientela in materia di trasparenza informativa. E così, poi, il cliente informato può recedere dal contratto se lo vuole. Peccato che la pratica, quella della fatturazione a 28 giorni, stia diventando universale. Infatti dopo Vodafone, Wind e Telecom, che dovrebbe introdurla, sarà il turno di Fastweb che si è data scadenza l'1 maggio.