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PALERMO – Tutti gli indagati coinvolti nella rissa che ha portato alla morte di Roberto Frisco (qui le immaginirestano in carcere. Lo ha deciso il gip Lorenzo Matassa, che invita la Procura a esplorare meglio la dinamica ma soprattutto il movente. Secondo gli investigatori, alla base della prima lite ci sarebbe una "taliata", uno sguardo minaccioso, tra Francesco Frisco e Giovanni, dipendente della pizzeria individuato, che prima erano amici. Ma il giudice non è convinto, come sottolinea il "Giornale di Sicilia".

Ieri Giuseppe Lo Piccolo, il figlio Salvatore, e Francesco Frisco hanno risposto alle domande del giudice. Ha preferito non rispondere, invece, Nunzio Lo Piccolo, uno dei figli di Giuseppe, ricoverato nel reparto di chirurgia vascolare dell’ospedale Cervello. L’altro indagato, Giuseppe Frisco, è in rianimazione e l’interrogatorio è stato rinviato per motivi di salute.

Secondo quanto riferito dai Lo Piccolo, a portare i coltelli nell'ultima delle tre liti erano stati i Frisco; per Francesco Frisco, invece, il coltello era nelle mani di Giuseppe Lo Piccolo.

Tutto sarebbe partito da una lite tra Francesco Frisco e un dipendente di una pizzeria della zona. Il dipendente saltuario avrebbe chiamato Nunzio Lo Piccolo. In due si sarebbero presentati sotto casa dei Frisco e le avrebbero "prese". A quel punto, Nunzio sarebbe tornato a casa per chiamare i rinforzi per tornare in via Trabucco e dare una lezione alla famiglia rivale. Nella versione dei Lo Piccolo, invece, il padre sarebbe invalido al 100% e si sarebbe fatto accompagnare dal figlio più piccolo, ancora minorenne e ad oggi estraneo alla rissa, per mettere pace.