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        Non so quanti possano essere oggi; ma una cosa è certa, a metà ottocento erano veramente tanti. Parliamo dei liberi professionisti ovvero di quelli che svolgono in maniera autonoma un lavoro a carattere prevalentemente intellettuale atto a fornire servizi a terzi. La curiosità che voglio proporvi per l’occasione è stata ripresa da una citazione dello storico castelbuonese Orazio Cancila che in una sua pubblicazione riporta un censimento del 1854 relativo alla città di Palermo. La città  contava allora poco meno di 200.000 abitanti, e da questo censimento risulta  fossero presenti le seguenti categorie:

       Notai 47, architetti ed ingegneri 51, ingegneri di porti e di strade 11, agrimensori 24, chirurghi ed erniary 45, 8 ostetrici e 14 ostetriche, medici 79, farmacisti 45, professori di insegnamento pubblico 355, maestri di musica e di cappella 159. Al momento dell’unità d’Italia poi, si potevano pure contare oltre 600 legali; di cui 159 avvocati, 63 patrocinatori presso la Corte Suprema di Giustizia, 248 patrocinatori presso la Gran Corte Civile e 160 presso il Tribunale Civile. – I palermitani insomma erano molto litigiosi e le cause, anche allora, pare fossero lunghissime; ma questa non è una novità!