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01Il Parco regionale dei Nebrodi sorge tra le provincie di Catania, Enna e Messina. Venne istituito il 4 agosto del ’93 ed è l’area verde protetta più grande di Sicilia.

86.000 ettari di versanti montuosi, ricca vegetazione e ambienti umidi, che costituiscono l’habitat naturale unico di diverse specie boschive e faunistiche, anche endemiche.
Connotazione essenziale dell’andamento orografico è la dolcezza dei rilievi, caratterizzata dalla presenza di estesi banchi di rocce argillose e arenarie: le cime da fianchi arrotondati, si aprono in vallate ricche di fiumare che sfociano nel Tirreno. Qui, la quota massima si raggiunge con i 1847 sul livello del mare del Monte Soro. Ove predominano i calcari, il paesaggio assume aspetti dolomitici, con profili irregolari e aspri. È questo il caso del Monte San Fratello e, soprattutto, delle Rocche del Crasto.

A differenza di altre zone della Sicilia, questa valle è caratterizzata da nebbie e precipitazioni, inverni umidi e rigidi che portano le temperature anche a – 10 °C. Questa conformazione climatica unica, costituisce il luogo ideale di proliferazione delle faggete, che occupano soprattutto la zona delle quote più elevate, insieme ad aree boschive di tasso, e via via diradandosi per lasciare il posto a formazioni di cerro e, a 600-800 metri, di sughera, di cui considerare, per importanza e pregio, soprattutto la zona situata nel territorio di Caronia.
Al di sotto di questa altitudine, si trovano le aree adibite al pascolo, di elevato pregio naturalistico e paesaggistico. Per 569 ettari, si estende la zona C di protezione; le nove aree in cui è suddivisa, presentano strutture turistico-ricettive e culturali.

A seconda della zona di protezione, la vegetazione è dunque organizzata in fasce, di diversa influenza climatica. A 700-800 metri si trova la cosiddetta fascia termomediterranea, caratterizzata da boschi sempreverdi di sughera e macchia mediterranea rappresentata da mirto, Erica, corbezzolo e leccio.
Più su, la fascia mesomediterranea è occupata da boschi di caducifoglie, come le quercete e il cerro. Nell’area di San Fratello si trovano anche boschi di leccete e arbusti di prugnolo, biancospino, rosa canina e melo selvatico.

La fascia supramediterranea, che caratterizza le alture che superano i 1.200 metri, ospita cerri e faggi, nonché arbusti come l’agrifoglio, il biancospino, il tasso.
Il Parco del Nebrodi ospita inoltre alcune specie endemiche come la ginestra, situata nella fascia termomediterranea o la Petagnaea gussonei, situata esclusivamente nel Vallone Calagna.
La fauna è caratterizzata da mammiferi, anfibi, rettili e invertebrati.
Simbolo del parco è sicuramente il suino nero dei Nebrodi, utilizzato in molte delle produzioni artigianali dell’area, ma l’area verde è anche habitat naturale della volpe, della donnola, dell’istrice e della lepre; di anfibi come il Discoglossus pitus, della testuggine palustre siciliana e di rapaci come lo sparviero e il falco pellegrino. La zona ospita anche la specie endemica del toporagno di Sicilia (Crocidura sicula) e oltre settanta specie di farfalle.

La zona delle Rocche del Castro, formazioni rocciose di tipo calcareo risalenti all’Era Mesozoica, rappresenta un raro esempio di rocce dolomitiche di Sicilia e dell’Italia del Sud. Particolarmente spettacolari per via delle loro diverse linee di faglia, si suppone che siano le più antiche dell’intera regione.
Tra le sue vette, la cui più alta raggiunge i 1.315 metri sul livello del mare, nidificano il grifone e l’aquila reale.
Si pensa che ai suoi piedi sorse l’antica città di Krastos, avamposto siceliota. Di esso non si sa molto, se non che la sua fondazione viene fatta risalire nei pressi di Castronovo di Sicilia, e che nel 405 a.C. fu distrutta dai Cartaginesi. Erodoto ritenne che venne fondata dallo spartano Dorieo, che vi eresse un tempio dedicato ad Atena Crastia (da lì, il nome). A Krastos, nacque il fondatore della commedia greca, Epicarmo, filosofo e poeta.

Autore | Enrica Bartalotta