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01Personaggio illustre della poesia e del mondo accademico siciliano, Tommaso Campailla nasce a Modica, il 6 aprile del 1668, a pochi metri dalla casa in cui, 233 anni dopo, nacque Salvatore Quasimodo.

Campailla da giovane mostrò un ritardo nell’apprendimento. Di costruzione gracile e timido piglio, fu portato dal padre in campagna affinché si irrobustisse all'aria aperta. Nel 1684 si trasferì a Catania per studiare Giurisprudenza, ma l'improvvisa dipartita del padre, lo spinse a tornare nella città natìa. Qui, Campailla coltivò la passione per l’Astronomia, che assieme alle Lettere e alla filosofia, divenne il punto cardine della sua cultura, della sua istruzione, e dunque, del suo lavoro. Il terremoto del 1693, che portò alla distruzione di tutta la Val di Noto, lo fece appassionare ai misteri della Fisica, che inizò a diventare parte integrante dei suoi studi da autodidatta.

Studioso di Aristotele e dei Classici, ma soprattutto di Cartesio, Campailla applicò i principi di questi alle sue indagini fisiche e poetiche, particolarità che lo fece così diventare, insieme al filosofo trapanese Michelangelo Fardella, uno dei principali divulgatori delle teorie di Cartesio in Sicilia.
Poeta e accademico, Campailla si trasferì prima presso gli Assorditi di Urbino, poi fu ospitato dai Geniali, a Palermo, e infine fu studioso nella più celebre Accademia degli Arcadi di Roma. Campailla si dedicò alle iniziative volte al restauro dell'Accademia degli Infocati, nella sua città natale.

Nel 1709, realizzò i primi sei canti del poema “L'Adamo, ovvero il Mondo Creato”, poema che successivamente, nella sua stesura completa di venti canti, dedicò al re Carlo VI d'Austria, Imperatore e Re di Sicilia. Il poema è una sintesi delle idee teo-cosmo-fisiologiche e filosofiche dell'autore, legate ai suoi studi della Teoria Cartesiana.
All'inizio del Settecento, la fama del Campailla si diffuse anche fuori dall'Italia: a Lipsia, a Parigi, a Londra, tanto che il filosofo George Berkeley si trasferì a Modica, nel 1718, per conoscerlo, e informarlo delle recenti scoperte messe in atto da Newton; scoperte che poi Campailla integrò nella sua opera poetica.

Il suo prestigio si spanse per il lungo e il largo, passando di bocca in bocca, tanto che Campailla si vide offrire dal Muratori, una cattedra all'Università di Padova; una simile proposta gli venne offerta anche da Londra. Fu inoltre invitato, all'incoronazione a Re di Sicilia del Duca Vittorio Amedeo II di Savoia, organizzata per il giorno 24 dicembre 1713, presso la Cattedrale di Palermo.
Nel 1738, Campailla pubblicò il poema sacro “L'Apocalisse di San Paolo”, in cui fornì una personale confutazione delle teorie di Miguel Molinos.

Pur non essendo un medico, il contributo di Campailla è noto agli studiosi della professione, per aver implementato e sperimentato un nuovo uso delle "botti" per la cura della sifilide (considerato il Male del secolo), dei reumatismi e di qualsiasi forma di artrosi in genere.

La "botte" era una stufa mercuriale con uno sgabello, sul quale il paziente veniva fatto sedere, in attesa della cura. La cura consisteva nel versare, nel braciere interno alla stufa, una dose di cinabro, minerale di origine sulfurea, dalla cui sublimazione esalavano i vapori di mercurio. La novità introdotta dal Campailla consistette nell'aggiunta di incenso all'interno della botte. Una sorta di aerosol balsamico insomma, di cui il paziente, grazie all’apporto del Campailla, poteva così godere per almeno 10-20 minuti circa.

L'apporto del Campailla consentì di modificare la forma della botte, che divenne così unica nel suo genere, rispetto alle altre botti curative presenti in Italia e in Europa. Prima del Campailla, i malati ricevevano il trattamento col cilabro, solo sui sifilomi che infestavano la cute, e non sui germi presenti nel sangue, che continuavano a infestare l’organismo dei pazienti e a moltiplicarsi, facendoli così riammalare. Grazie all'innovazione di Tommaso Campailla, i pazienti venivano invece introdotti all'interno della botte, testa compresa; in tal modo, agendo dall'interno, il cilabro e la botte così modificata uccidevano i germi, diminuendo la carica patogena dei batteri; una tecnica che portò a delle guarigioni, anche definitive, che all'epoca vennero considerate miracolose.

L’efficacia della novità fu talmente soddisfacente, che fece acquisire a Modica, notorietà in tutta Europa. Le sue botti furono copiate, con scarsi risultati, in altri luoghi d’Italia e all’Estero. A Roma, fu costruita una Botte di Modica simile a quella del Campailla; stesso discorso a Milano, dove, ancora negli anni Cinquanta, furono costruite botti di vetro dello stesso tipo di quelle del Campailla.
Nel 1891, sorse, a Palermo, il Sanatorio Campailla, per opera del Professor Mannino; un sanatorio che venne imitato in diverse forme anche a Parigi, per la cura delle malattie reumatiche e nevralgiche, e che prese le rime dal Sifilicomio Campailla, istituito presso l’Ospedale S. Maria della Pietà, a Modica.

Le “botti del Campailla”, esistono ancora. Sono ospitate e conservate all'interno dell'antico Ospedale di S. Maria della Pietà, stabile del XVII secolo, oggi Museo Medico appena introdotto nel “Libro dei Saperi” del R.E.I.L. Nello stesso complesso, si trova anche il Teatro Anatomico, uno dei pochi esempi di luogo, in Italia, in cui avveniva la dissezione dei cadaveri per lo studio medico e anatomico.
Campailla morì per un colpo apoplettico, il 7 febbraio del 1740. Il suo corpo fu sepolto sotto l'altare maggiore del Duomo di San Giorgio, a Modica.

Una curiosità: È stato portato in scena, l'8 maggio 2011, a Modica, Cygnus, opera ad atto unico scritta da Nausica Zocco, per la Regia di Tiziana Spadaro. L’opera prende spunto dalla vita e dalle opere del filosofo, poeta e fisiologo.

Autore | Enrica Bartalotta