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È arrivata a un primo epilogo la storia tra un professore di religione e una sua alunna di 14 anni andata in scena a Palermo (leggi qui il caso). Alcuni sms sono inequivocabili: "Amore mio, come stai?". Lui, 47 anni, come riporta "LiveSicilia", è stato condannato a 2 anni e 10 mesi e ora si trova ai domiciliari. La ragazzina lo aveva conosciuto tre anni fa quando ancora frequentava le scuole medie in un istituto privato. Lei, profondamente innamorata e convinta della storia, ha difeso l'insegnante quando i genitori hanno scoperto tutti: "Siamo felici, ci siamo baciati". Era sicura che, compiuti i 18 anni, si sarebbero sposati, nonostante il docente avesse già una sua famiglia e fosse "molto più grande di me".

Il professore è stato condannato, con attenuanti generiche, per atti sessuali con una minorenne. All'inizio, si legge su "LiveSicilia", la contestazione del procuratore aggiunto Salvatore De Luca e del sostituto Vittorio Coppola era di violenza sessuale. Nel caso del prof e della studentessa, che oggi frequenta un istituto superiore, sono dei baci appassionati – codice alla mano anche questi sono atti sessuali – ciò che i due si sono scambiati. La loro relazione si è manifestata in tanti messaggi, via sms e via Snapchat. Fino a quando i genitori della ragazzina non hanno messo gli occhi sul suo telefonino.

A quel punto hanno denunciato l'episodio alla polizia e informato la scuola privata che ha licenziato il professore, rimasto in servizio, invece, nel liceo pubblico. Sono stati i poliziotti della sezione reati contro i minori a indagare. Hanno scoperto che tanti coetanei della ragazzina erano a conoscenza della relazione e avevano visto il professore e la compagna baciarsi per strada. Alcuni hanno addirittura sostenuto che era lo stesso insegnante a non farne mistero. L'avrebbe addirittura corteggiata. Poi le parole di lei: "Ci siamo baciati", non lontano da una chiesa, dopo avere passeggiato per strada, senza che il rapporto sia mai andato oltre quei baci appassionati.