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Cosa fare in caso di punture d'ape o di vespe, soprattutto se le vittime sono i bambini? Certo, sarebbe meglio se non succedesse, ma per non saper né leggere né scrivere è meglio non farsi trovare impreparati. Prima regola: mantenere la calma.

Il massimo timore è la possibile reazione allergica. Dopo un primo intervento sul posto con cortisonici e antistaminici, sarà necessario recarsi al pronto soccorso più vicino per monitorare la situazione. I sintomi dell'allergia solitamente vanno dal gonfiore diffuso al flush cutaneo, passando per situazioni più gravi come l'anafilassi e lo shock anafilattico (gola chiusa, difficoltà a respirare, gonfiori del volto). 

In assenza di episodi allergici, il bambino accusa subito molto dolore. In questi casi è utile applicare del ghiaccio sulla zona colpita. L'ideale sarebbe proprio avere a disposizione una piccola borsetta di pronto soccorso, dotata anche di ghiaccio attivabile all'istante. Il ghiaccio, come quando si prende una botta, andrebbe applicato per una decina di minuti, poi tolto per altri dieci minuti e, infine, riapplicato.

Se si nota che all'interno della puntura è rimasto il pungiglione o parte di esso, sarebbe bene farlo togliere da personale esperto. Infatti, il fai da te potrebbe causare anche infezioni, soprattutto se eseguito con pinze non preventivamente disinfettate. Oggi in commercio si trovano pratiche "penne" in grado di diminuire il bruciore delle punture di insetto o degli urti causati dallo scontro con una medusa. A base di ammoniaca, questi stick vanno applicati sulla parte dolorante tamponando e mai strofinando. L'ideale è l'applicazione tra una "pausa" di ghiaccio e l'altra.