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E' proprio così e, a dirla tutta i meridionali si diversificano in meglio con quelli del Nord su stipendi,guadagni e vivibilità. Se al Sud, si può trovare genuinità,aria fresca e sole a catinelle, al Nord il fattore lavoro e guadagno arriva quasi a doppiare il centro sud e in particolare le isole.

Il reddito medio degli italiani nel 2016 è stato di 20.940 euro ma la fotografia del Paese mostra un gap enorme tra nord e sud. Al nord-ovest l’assegno medio è di 23.860 euro, mentre al sud si ferma a 16.550 euro, con una differenza di ben 7.310 euro.

In pratica i redditi nell’area settentrionale sono del 44,2% in più rispetto a quelli del meridione. Nel mezzo c’è il resto dell’Italia, con il nord est che arriva a 22.420 euro, il centro si ferma a 21.780 euro e le isole che superano di poco il minimo delle regioni del sud, a quota 16.660 euro. I dati sono contenuti nel dossier del Mef ‘Statistiche sulle dichiarazioni fiscali, analisi dei dati Irpef anno d’imposta 2016’, dove si riportano le dichiarazioni dei redditi 2017, ed elaborati dall’Adnkronos.

Rispetto alla media nazionale gli abitanti delle regioni meridionali dichiarano un reddito del 21% inferiore, seguiti dagli isolani (-20,4%); mentre per i residenti del nord-ovest si registra un gettito del 13,9% superiore, seguiti dai vicini del nord est (+7,1%). Ad avvicinarsi di più al dato medio sono i contribuenti del centro Italia, con un +4%.Al primo posto, tra le regioni, si classifica la Lombardia con 24.750 euro, seguita dalla provincia di Bolzano 23.450 euro; mentre la Calabria ha il reddito medio più basso con 14.950 euro. Tra i primi e gli ultimi c’è una differenza di ben 9.800 euro, che porta i lombardi ad avere un reddito del 65,5% superiore rispetto ai calabresi.

Situazione dettate dalla carente gestione del lavoro e dati che mettono in evidenza la difficoltà di portare avanti le famiglie, con una precarietà che oggi mantiene dei numeri allarmanti sopratutto tra i giovani, ma anche in età over 50, dove famiglie si trovano spiazzate da perdita di lavoro o lavoro temporaneo anche in nero. Difficoltà oggettive messe in risalto da fattori che devono essere seriamente valutati e sperare che si possa ripartire o magari stabilizzare quello che di precario rimane e sfruttare al meglio le risorse attuali, specialmente in Sicilia e Calabria, ove i numeri sono angosciosi.

Nella tabella che segue i redditi 2015 e 2016, divisi per aree geografiche, e la differenza tra i due anni (in euro).

 

Area geografica…………….2015…………2016…………differenza

Nord ovest…………………23.635………23.860………….+225

Nord est……………………22.060……….22.420…………+360

Centro………………………21.523………21.780………….+257

Isole ………………………..16.485………16.660………….+175

Sud………………………….16.383……….16.550…………+167

Italia………………………..20.696……….20.940…………+244

 

 

Antonio David    –   ForestaliNews