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Rita Bonaccorso, ex moglie di Totò Schillaci, non ha alcuna intenzione di rassegnarsi alla perdita delle propria casa: nei giorni scorsi è stata protagonista di diversi gesti eclatanti e sabato ha piantato una tenda davanti a quella che era la sua villa, affermando di non volersi muovere da lì fino a quando un giudice non le spiegherà perché è stata mandata fuori dall’abitazione. «Io ho sempre rispettato la legge – ha detto – Sono altri che hanno calpestato i miei diritti. Non mi hanno permesso di prendere i miei vestiti, le mie cose. Hanno messo i sigilli alla casa e io non ho più nulla».

Pare, quindi, che la sua protesta andrà avanti. «Da qui non me ne andrò – dice – sto lottando per tantissimi italiani che senza avere colpe perdono la propria casa. So che ci sono indagini in corso. Spero di trovare un giudice che riesca ad ascoltarmi. Fino adesso lo Stato mi ha mandato contro un esercito, come fossi un pericoloso latitante. Questa è l’unica faccia dello Stato che ho visto in questi anni».

Dietro le proteste di Rita Bonaccorso c’è un’intricata vicenda giudiziaria, ricostruita dal quotidiano “La Sicilia”:

Rita Bonaccorso – si legge sul quotidiano – è rimasta coinvolta in una intricata vicenda giudiziaria.Tutto comincia nel 1992 quando una conoscente palermitana che ha una gioielleria a Torino, Giovanna Giordano, le chiede il favore di andare ogni tanto nel suo negozio per farle pubblicità. A tutti la presenta come la moglie di Schillaci, anche se Rita Bonaccorso è già separata. Dopo due anni la gioielleria fallisce e nel 1996 nel procedimento viene coinvolta anche lei.

Risulta debitrice – in quanto socia apparente – di una ditta svizzera fornitrice di anelli, bracciali, diamanti  rubini per 390 milioni di lire. Gioielli mai pagati dalla gioielliera e finiti al centro di una rapina, secondo i giudici “simulata” dalla stessa proprietaria. Nel frattempo l’ex moglie del calciatore idolo di Italia ’90 torna a Palermo e comincia l’odissea, con le sentenze di condanna dei tribunali e un esercito di avvocati che l’abbandonano ripetutamente mandandole fatture per centinaia di migliaia di euro. La donna viene condannata a risarcire il fornitore di gioielli Stefan Hafner nel 2006, sentenza confermata in appello nel 2008. A ottobre 2015 arriva la condanna definitiva.

L’abitazione della donna, una villa del valore di 2,5 milioni di euro, è stata messa all’asta.