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Siciliani: tante dominazioni ma mai dominati! La storia della Sicilia è costellata da innumerevoli ed illustri dominazioni straniere che hanno contribuito a renderla un luogo unico ed inimitabile. I Siciliani non sono mai diventati Greci, Romani, Arabi, Normanni, Angioini, Spagnoli o Borboni, hanno bensì vissuto una sorta di tentativo di sopraffazione da parte degli stranieri, che nel tempo però è diventata naturale integrazione e soprattutto rispetto da parte degli invasori per la cultura di un popolo che ha sempre difeso con onore e dignità le proprie tradizioni. Insomma si potrebbe dire che i Siciliani hanno “sicilianizzato” i loro dominatori, basti ricordare ed esempio l’Imperatore Federico II di Svevia che addirittura compose poesie in siciliano e che per precisa volontà testamentaria volle essere sepolto a Palermo, dove la sua tomba ancora oggi è costantemente ornata di fiori omaggiati da un popolo che non dimentica il più grande imperatore siciliano. Già Cicerone nel 70 a.C. da buon conoscitore della Sicilia, sosteneva le tre doti del popolo: intelligenza, diffidenza, umorismo, qualità che hanno preservato e contraddistinto nei secoli di dominazioni, l’identità dei siciliani. Un capitolo a parte però è quello relativo alla dominazione araba che ebbe al contrario non poche difficoltà di integrazione. La conquista araba anche se ebbe per l’isola aspetti positivi, non fu mai accettata dai siciliani come testimoniano le innumerevoli insurrezioni popolari che si svilupparono nel tempo. Gli arabi furono sempre considerati nemici, basti rilevare dall’osservazione delle tante testimonianze dell’arte popolare, il cui tema principale era la lotta vittoriosa contro i "saraceni", quanto l’invasore non fosse gradito. Nelle sponde dei carretti siciliani ad esempio non mancavano mai figure di paladini che combattevano per scacciare i saraceni, così come nelle trame delle famose opere dei pupi, i paladini alla fine quasi sempre mozzavano la testa agli invasori, insomma il popolo siciliano malgrado le forti pressioni arabe, non perse mai la sua natura fiera ed indipendente. Ma nonostante le forti diversità culturali, in Sicilia comunque si assistette alla più incredibile integrazione immaginabile, dove da una parte si determinò l’islamizzazione e l’arabizzazione dei residenti, e dall’altra alla “sicilianizzazione” degli invasori, così come era avvenuto in precedenza con i Greci ed i Romani. Gli Arabi al loro arrivo in Sicilia si trovarono di fronte ad antiche società urbane, ricche di storia millenaria, di arte e cultura, ricche di case, di strade, di teatri, Palermo all’epoca aveva già più di 1500 anni! Scegliere tra la tenda e la casa non fu difficile e quindi i musulmani conquistatori non tardarono ad adattarsi “sicilianizzandosi” pur mantenendo un forte carattere islamico nell’organizzazione dello stato. Il processo di acculturazione si riflesse anche sulla lingua, e si venne a creare una sorta di parlata mista arabo-sicilano-greco-latino, un linguaggio che ha reso il dialetto siciliano moderno una lingua unica nel suo genere. Il popolo siciliano nonostante il numero, la diversità e la durata delle varie dominazioni è riuscito comunque soprattutto per il suo carattere fiero e coraggioso, a conservare integra la sua identità.