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01L'Imera Meridionale, o Salso Himeras, è un importante fiume della Sicilia. Esso taglia in lunghezza buona parte della zona centrale, da Enna a Licata, dove sfocia.

Con uno sviluppo totale di 144 km, è il principale corso d'acqua della Sicilia per lunghezza, ma il secondo per ampiezza di bacino idrografico dopo il Simeto.
La denominazione ‘Salso’ è stata data conseguentemente all'elevata salinità delle sue acque, nel tratto meridionale (da Enna fino alla foce), dovuta alla composizione delle rocce delle aree che il fiume attraversa; nelle province di Enna e Caltanissetta, infatti, si trovano le grandi miniere, oggi abbandonate, da cui si estraevano minerali di zolfo, sali potassici e salgemma.

Tre sono i rami sorgentizi del fiume in questione, tutti provenienti dalla catena della Madonie, in provincia di Palermo. Dal Pizzo Catarineci nasce il ramo "Petralia" o "Imera Meridionale", che lambisce gli abitati di Petralia Sottana Blufi e Resuttano, costeggiando per un tratto anche l’autostrada A19, in località Ponte Cinque Archi, presso la zona di confine tra le province di Palermo, Caltanissetta ed Enna; qui, si viene a formare il bacino dell’l'Imera Meridionale-Salso propriamente detto.
Dopo aver attraversato le provincie di Enna e Caltanissetta, il fiume percorre un tratto in provincia di Agrigento, ricevendo da destra il torrente Mendola e scorrendo con ampi meandri nel territorio di Licata, dove sfocia in quella parte del Mar Mediterraneo denominato Canale di Sicilia o mar Africano.

L’Imera meridionale ha un regime curioso ma non raro per la regione; di portate modestissime, quasi nulle nella stagione estiva, è in grado, in caso di forti precipitazioni, di subire improvvise e dirompenti piene, capaci di causare anche danni ai raccolti. Nel suo primo tratto, quello corrispondente ai giacimenti minerari, viene anche utilizzato per finalità idropotabili. Ed è proprio qui infatti, che le sue acque, limpide e fredde, danno vita a una generosa vegetazione (quella tipica del Parco delle Madonie) costituita prevalentemente da pioppi, castagni, salici e conifere, che ospita una fauna varia che spazia dai mammiferi, agli anfibi, ai rettili; parliamo di istrici, ricci, volpi, testuggini, rospi, discoglossi e rane, ma anche bisce d'acqua, vipere (che nella zona sono endemiche), e lucertole. Tra gli uccelli sono presenti la ballerina bianca e la gialla, modesti gruppi di merli acquaioli, e altri uccelli migratori acquatici presenti solo occasionalmente. Nelle acque del fiume sopravvive anche una colonia di anguille nere, oltre a granchi fluviali e a una ricca popolazione di insetti.

La zona della foce ha una vegetazione caratterizzata da canneti di Phragmites australis in associazione con salicornia e varie specie di Cyperaceae, tra cui il raro scirpo marittimo. Dal punto di vista della fauna, questa zona è particolarmente ricca e varia soprattutto dal punto di vista ornitologico; qui ci possiamo trovare di fronte a esemplari di airone cenerino, garzetta, chiurlo maggiore e gabbiani, e più rare popolazioni di cigno reale, cicogna nera, e fenicotteri. Nel giugno 2001 è stata firmata una convenzione con il Comune di Licata, volta alla creazione di un osservatorio avi-faunistico. L’Osservatorio è stato inaugurato nel maggio dell’anno dopo; è gestito da volontari e curato dal WWF.

Con il nome di ‘Salso’ viene anche indicato un altro fiume siciliano, il Salso Cimarosa, che scorre interamente nella provincia di Enna. Il Salso Cimarosa è un affluente di destra del Simeto. Con il nome di ‘Imera’ viene indicato anche l'Imera Settentrionale che nulla ha che vedere con il suo omonimo Meridionale. Esso scorre interamente nella provincia di Palermo, e sfocia nel mar Tirreno. L’omonimia è data dal fatto che nell’Antichità si credeva che i fiumi avessero entrambi la stessa fonte e che poi, semplicemente, divergessero nel loro percorso, uno a Nord, l’altro a Sud. In realtà l’Imera Settentrionale nasce presso il Monte Mufara, con il nome di torrente Fichera.

Una curiosità: la linea immaginaria pressocché continua, creata dai due fiumi (l’Imera Meridionale e l’Impera Settentrionale) costituì, come accadde per altri fiumi nella storia d’Italia e d’Europa, un naturale confine che separava le zone che andavano a ricadere sotto la giurisdizione amministrativa, giuridica e commerciale dei tre Valli, che fino all’arrivo dei Borboni, divisero e organizzarono la Sicilia (val Dèmone, Val di Noto, Vallo di Mazara).

Autore | Enrica Bartalotta