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01A partire dal prossimo anno, il modello “Certificazione Unica” sostituirà il CUD. Vediamo quindi insieme quali sono le novità che ci attendono, e chi coinvolgono, secondo quando dichiarato dall’Agenzia delle Entrate.

La scadenza per la presentazione dei dati al Fisco da parte delle aziende, sarà fissata l’anno prossimo entro un termine specifico che è quello del 7 marzo 2015. Entro questa data dovranno essere inviati, per via telematica, tutti i dati relativi al reddito da lavoro dei propri dipendenti, percepito per l’anno fiscale 2014.

Chi sarà interessato da questo cambio nella modulistica? Tutti i lavoratori dipendenti e i pensionati, ma, per la prima volta, anche i lavoratori autonomi o i consulenti, il cui reddito è composto anche o solo esclusivamente da provvigioni.
Il Cu dovrà essere inviato dagli enti privati o pubblici che erogano il reddito di pensione, tra cui anche banche e assicurazioni, entro e non oltre il 28 febbraio 2015, in duplice copia all’Agenzia delle Entrate, e dalle imprese entro la settimana successiva, oppure entro 12 giorni dalla fine del rapporto di lavoro, nel caso in cui il contratto di lavoro sia stato risolto.

La modulistica precompilata verrà poi messa a disposizione dei contribuenti che potranno decidere di inviarla in prima persona via sostituto d’imposta, cioè ad esempio attraverso le imprese presso cui si è impiegati, o tramite un intermediario abilitato presso il Caf: a questo punto, la scadenza massima per l’invio al Fisco sarà prevista per il 7 luglio 2015, sia per chi avrà deciso di consegnarla alla propria azienda, sia per chi avrà deciso di affidarsi ad un professionista del Centro di Assistenza Fiscale.

Saranno sempre le imprese, o gli enti previdenziali, ad assicurarsi se il cliente in questione (il dipendente o pensionato) sarà in grado di ricevere per via telematica la certificazione; assicurandosi di fargliela avere, in caso contrario, per via cartacea, come succedeva fino all’anno scorso.
Ma la Cu può essere inviata per via elettronica, come previsto dalla legge, solo nel caso in cui faccia riferimento al soggetto direttamente coinvolto. Ciò significa che questa parte della norma non potrà quindi essere applicata nel caso in cui la certificazione faccia riferimento ad un individuo deceduto o che ha cessato il suo rapporto di lavoro con l’azienda: in entrambi questi casi, il nuovo documento dovrà dunque essere inviato secondo le modalità tradizionali, agli eredi o al soggetto contribuente, della copia cartacea.

Ma il nuovo Cud cambierà anche nell’aspetto: non saranno più solo 2 pagine bensì 5, perché il documento dovrà includere anche i dati relativi ai famigliari a carico, come già avveniva per il 730 e il Modello Unico, che a partire dal prossimo anno verranno richiesti in maniera più particolareggiata e diffusa; tra le pagine sarà anche presente uno spazio per gli oneri detraibili e deducibili, e da ultimo per i dati sui rapporti di lavoro.

30 milioni di italiani dovranno dunque completare l’autocertificazione dei redditi che includerà, da quest’anno, anche mutui e beni immobili in possesso; bisognerà poi inserire anche i dati reddituali e anagrafici di eventuali coniugi a carico e indicare se si ha un figlio più piccolo di 3 anni, o se si gode dell’extra bonus di 80 euro.

Queste sono solo alcune delle novità che a partire dal nuovo anno coinvolgeranno anche i lavoratori autonomi, nel tentativo dunque di esemplificare il circolo delle ‘scartoffie’ relative alla dichiarazione dei redditi. Stesso discorso anche per coloro che si trovano sotto contratto di collaborazione e per i percettori di borse di studio e altre entrate.

Autore | Enrica Bartalotta