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          Principale festa religiosa termitana, giunge anche quest’anno quanto mai attesa, la solennità di Maria Immacolata. Son ben tre le processioni che in ore e luoghi diversi, per l’intera giornata dell’otto dicembre animano la bella cittadina del golfo. Una fede antica e ben radicata quella che anima i termitani e che si manifesta popolarmente non solo attraverso la partecipazione al novenario ed alle processioni ma anche attraverso la caratteristica “Nuttata ra Maronna”. Tale tradizione prevede che per l’intera notte del sette dicembre si organizzi nelle case, ma anche nei tanti circoli cittadini e tra questi il Circolo Margherita, antica Casa di Conversazione dei gentiluomini o, sempre in Piazza Duomo, la altrettanto antica e prestigiosa Società Operaia Paolo Balsamo, una veglia. Non è, come si potrebbe pensare, una veglia di preghiera; bensì una allegra occasione per stare insieme, giocare a carte od a tombola ed assaggiare la classica “favazza cu caciu e a sarda salata”  accompagnata da scacciu, cucciddata e da un buon bicchiere, spesso non solo uno, di vino novello.

         Si diceva che son tre le processioni in città; ma a nuttata ra Maronna è strettamente legata a quella della cosiddetta Madonna della Neve, sicuramente la più antica e suggestiva che deve le sue origini addirittura al 1624 allorchè per volere dei giurati e per forte impegno popolare la città si votò a Maria  ancor prima che la chiesa cattolica,  l’otto dicembre del 1854, ne proclamasse il dogma. Fu infatti in quella occasione   che una piccola immagine in cartapesta  della Madonna della Neve, ancora oggi  gelosamente conservata,  venne portata in processione notturna fra inni e preghiere ed alla luce di fasci di ddisa. Antichissima è anche la confraternita che si occupava di tale culto detta prima “degli scalzi” e, dopo il 31 agosto del 1778, divenuta proprio della Madonna della Neve. Animati quindi da sincera fede tanti termitani, alle 3,30 dell’otto dicembre,  dopo aver trascorso la nottata in maniera allegra e festosa, si recheranno alla parrocchia della Consolazione nella parte bassa della città per partecipare alla suggestiva processione; un vero e proprio pellegrinaggio penitenziale che attraverserà alcuni caratteristici quartieri cittadini fino a raggiungere, dopo alcune ore, la parrocchia di San Salvatore nei pressi dell’Ospedale.  Nel silenzio della notte e fino alle prime luci dell’alba, al suono di marce religiose, canti e preghiere, l’unica voce che si alzerà forte sarà quella dei portatori della pesante vara che invocheranno il nome di Maria gridando:                     .                              

                  “E chiamamula ca n’aiuta, Viva Maria  Mmaculàta!“