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La questione del tetto stipendi a 240mila euro in Rai per i "non artisti" tiene banco. Bruno Vespa scrive al Cda sottolineando che "Porta a Porta" è una "prestazione artistica" e non giornalistica, dunque per lui quel tetto non si dovrebbe applicare. Vespa scrive:

"Cara Presidente, cari Consiglieri, poiché alla vigilia di vostre importanti decisioni alcuni giornali tornano su una possibile differenza tra artisti e giornalisti nel superamento dei tetti retributivi, mi permetto di sottoporvi qualche breve e rispettosa riflessione. La norma del 2007 che esonera dai tetti le prestazioni professionali e artistiche che si svolgono nelle società a partecipazione pubblica operanti in regime di concorrenza, richiamata dal parere dell'Avvocatura dello Stato, chiarisce ab origine ogni equivoco sulla differenza di impiego. Volendo tuttavia avventurarsi in una speciosa distinzione, il terreno diventerebbe assai scivoloso".

Il conduttore di "Porta a Porta" si chiede infatti: "Tra un Fabio Fazio che si occupa di Falcone e un Bruno Vespa che fa un programma su Ballando con le stelle, chi è l'artista e chi il giornalista?". E ancora, dato che il contratto di Vespa prevede il versamento dei contributi alla previdenza degli artisti, si chiede: "Ha sempre sbagliato la Rai nello stipulare con professionisti che vengono dal giornalismo contratti artistici che prevedono il versamento di contributi all'Enpals e agli enti previdenziali che l'hanno sostituito?". E avverte che "riconoscere carattere esclusivamente giornalistico a trasmissioni come Porta a Porta o altre comporterebbe ovviamente la mutazione in giornalistici di tutti i contratti in essere per chi vi collabora".

Vespa chiude la lettera dicendosi "fiducioso che la discussione su questo tema avvenga su basi esclusivamente giuridiche e di buon senso, allontanando il sospetto – alimentato da alcune dichiarazioni politiche e non solo – che si voglia immaginare qualche norma contra personam, inaccettabile sotto ogni profilo".