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È ancora vivo il ricordo della tragedia di Casteldaccia. Lo scorso 3 novembre nove persone sono morte a causa del maltempo e dell’esondazione del torrente Milicia. Un fiume di acqua e fango ha ucciso la famiglia di Giuseppe Giordano, commerciante di 35 anni, unico superstite insieme alla figlia Asia di 11 anni. “Il Natale e le feste non esistono più, il vuoto è immenso, totale perché dal quel terribile sabato ormai tutte le notti sono insonni”: queste le parole di Giordano.

BlogSicilia.it riporta le dichiarazioni del 35enne. “Cosa ho vissuto e cosa vivo ogni giorno non si può spiegare, non c’è più vita quotidiana. Quello che sto sopportando nessuno riuscirà mai a comprenderlo, spero solo che quanto è successo a me non accada mai più a nessuno. A causa della burocrazia ho pagato il conto io con la famiglia distrutta, anzi con la razza estinta”.

A volte mi chiedo la ragione – continua Giordano -. Perché a me questo dolore così grande? Mi capita giornalmente, almeno due, tre volte al giorno, di trovarmi qui in negozio e di cominciare a pensare, allora lascio tutto e corro a pregare al cimitero dei Cappuccini, dove abbiamo sepolto i nostri cari, grazie alla vicinanza del sindaco Leoluca Orlando che ci ha donato una cappella.

Trascorsi i primi giorni nessuno delle istituzioni ci ha contattato per sapere se avessimo bisogno di qualcosa, se mangiamo, come stiamo sia dal punto di vista fisico che psicologico. L’unico che si fa sentire, disponibile, è un poliziotto”.

“Per ora non abitiamo più nella casa dove stavamo tutti assieme, io vivo per Asia che frequenta la seconda media, le abbiamo fatto cambiare scuola per farla stare in classe con una cuginetta, lei è forte e tra compiti, amichette e svaghi si cerca di trasmetterle serenità, ma la nostra vita è completamente cambiata.

Penso sempre a mio figlio Federico, frequentava il professionale per diventare meccanico, con lui stavamo crescendo assieme, il suo scooter è qua in negozio, come me aveva una passione matta per i motori e Rachele alla quale avevo comprato la minismart per giocare. Per fortuna sia i miei familiari che quelli di mia moglie, tutti i parenti rimasti, ci sono vicini, così come i tanti amici che mi stanno dando affetto e non mi lasciano mai solo”.

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