Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Usare troppo Facebook nuoce alla salute mentale: a rivelarlo sono i due ricercatori americani, Holly B. Shakya e Nicholas A. Christakis, che hanno realizzato uno studio che analizza la relazione tra il benessere e il rapporto con i social media. L'interazione sociale dal vivo è più che sana, mentre quella mediata da smartphone e computer ha effetti per molti versi ancora sconosciuti.

Alcune ricerche hanno dimostrato che l'uso dei social media può sminuire i rapporti reali, far aumentare il comportamento sedentario, portare alla dipendenza da internet e provocare un crollo dell'autostima. Altri studi, a onor del vero, hanno evidenziato che l'uso dei social può avere un impatto positivo sul benessere mentale tramite il rafforzamento delle relazioni reali.

I ricercatori si sono serviti di un campione di 5.208 adulti e ne hanno analizzato l'utilizzo di Facebook per vedere come cambiava il loro benessere nel tempo. Hanno poi monitorato i dati per due anni: "Questo ci ha permesso di tenere traccia dei cambiamenti nell'uso dei social media – hanno spiegato – associati con i cambiamenti nel benessere".

I risultati del nuovo studio hanno mostrato che, mentre nel mondo reale le relazioni sociali aumentano il benessere, quelle basate solo su Facebook lo fanno diminuire. Dati che valgono soprattutto per quanto riguarda la salute mentale. Il tempo passato a postare link, commentare gli status altrui e seminare like, insomma, ridurrebbe la soddisfazione di vita e comporterebbe un peggioramento della salute mentale.

«Anche se siamo in grado di dimostrare che l'uso di Facebook può comportare una diminuzione del benessere – hanno aggiunto i ricercatori – non possiamo dire con certezza come ciò si verifichi. L'esposizione alle immagini curate con attenzione della vita degli altri porta a un confronto negativo, e l'enorme quantità di interazione con i social media può sminuire esperienze di vita reale più significative».