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Qualche mese fa, quando per la sua morte si parlò di suicidio, il nome della bellissima Raudha Athif fece il giro del mondo (leggi qui). L'esito delle indagini della polizia del Bangladesh non lasciava adito a dubbi. Oggi l'inchiesta del programma televisivo australiano "60 minutes" insinua il sospetto che la 21enne modella "dagli occhi color dell'acqua" – peraltro apparsa sulla copertina dell'edizione indiana di "Vogue" nel 2016 – sia stata uccisa. L'ipotesi è che i responsabili siano degli estremisti islamici per lo stile di vita troppo "occidentale", spiegano i media australiani.

Raudha fu trovata impiccata con una sciarpa al ventilatore da soffitto nel dormitorio femminile dove alloggiava a Rajshahi, città sul Gange al confine con l'India. L'autopsia stabilì che si trattava di suicidio, ma subito emersero particolari che contraddicevano la diagnosi. Originaria delle Maldive, Raudha studiava al'istituto di medicina Islami Bank nel Bangladesh occidentale dopo aver ricevuto una borsa di studio. Aveva programmato di trasferirsi in Australia l'anno successivo e lavorava come modella nei ritagli di tempo perché "sfilare è un hobby più che una carriera, dal momento che sto studiando per diventare un medico".

Mohammed Athif, il padre, non ha mai creduto alla storia del suicidio e ha fatto una campagna per riaprire l'inchiesta. "So che mia figlia è stata uccisa. So che ciò non la riporterà in vita, ma come padre troverò pace solo quando avrò dato giustizia a lei", ha spiegato al programma "60 minutes". Secondo il patologo australiano Joe DuFlou, i segni in eccesso intorno al collo della giovane che si vedono nelle fotografie mostrano lividi che potrebbero essere stati provocati da una mano e da una cintura, non da una semplice sciarpa: "Avrei seri dubbi che quella legatura abbia causato quei segni. Non è sufficiente", ha detto il dottore durante il programma.

"Negli ultimi tempi in Bangladesh sono stati messi in scena una serie di suicidi che in realtà non sono altro che omicidi. I principali sospettati sono gli estremisti islamici. Mia sorella era stata presa di mira per il modo in cui vestiva", ha dichiarato Rayyan Athif, il fratello. Secondo lui la 21enne, musulmana, aderiva al codice di abbigliamento del suo collegio, indossando un velo sul capo quando era nel campus. "Più volte, però, era stata criticata per aver indossato dei jeans e il suo abbigliamento era stato definito indecente", ha aggiunto Rayyan.