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La polizia ha donato all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo un nuovo strumento diagnostico. Si tratta di un “sequenziatore a capillare“, del valore di 132mila euro, per l’Unità Operativa Complessa di Patologia Clinica, diretta dalla dottoressa Stella La Chiusa.

Il sequenziatore era già in uso al Gabinetto regionale di polizia scientifica di Palermo e andrà a potenziare ed arricchire la strumentazione in possesso dell’ospedale nel settore della diagnostica della genetica medica.

Nuova strumentazione per il Buccheri La Ferla

“Nel primo semestre del 2018 – si legge in una nota – il settore della genetica del Buccheri La Ferla ha già effettuato oltre mille indagini rispondendo alle esigenze del territorio (sia pubblico che privato). La completezza dell’assistenza prodotta dalla presenza dei diversi ambiti nell’area della genetica, pre e post natale, oncologica, infettivologica e metabolica (celiachia, ecc..) determina un elevato indice di attrattività e di scelta da parte dei pazienti, riconosciuto anche in ambito regionale.

Oggi, grazie alla tecnica del sequenziamento, che consente di stabilire l’ordine delle basi azotate, è possibile “leggere” lettera per lettera, il DNA così da individuare l’eventuale presenza di una mutazione. La conoscenza dell’ordine esatto delle sequenze di una molecola di DNA trova moltissime applicazioni.

Le tecniche di sequenziamento, oltre ad aver offerto nuove prospettive per studiare l’organizzazione strutturale e funzionale del nostro genoma, stanno rivoluzionando lo studio delle mutazioni associate a malattie genetiche, infettivologiche e oncologiche.

Attraverso il sequenziamento del genoma si è in grado di analizzare ogni aspetto di una singola cellula, tutte le variabilità presenti e quindi identificare le mutazioni che causano patologie, quelle che possono aumentare il rischio di altre malattie, quali ad esempio il tumore al seno, o identificare mutazioni che diventano fattori di protezione nei confronti di una determinata malattia”.

“La donazione di questa apparecchiatura – spiega il Questore di Palermo, Renato Cortese – che negli anni ha consentito di analizzare migliaia di profili genetici nell’ambito di attività di Polizia Giudiziaria, è in linea con la volontà della Polizia di Stato di non disperdere preziose risorse della Pubblica Amministrazione che in quest’ottica mantengono la loro funzione di servizio per la collettività”.

“Questa nuova strumentazione – dichiara il Presidente della Provincia Romana dei Fatebenefratelli, Fra Gerardo D’Auria – consentirà allospedale di raggiungere i più elevati livelli tecnologici attualmente disponibili in tale ambito. Grazie alla donazione da parte della polizia di Stato i nostri pazienti potranno avere una diagnosi sempre più completa e precisa. Potranno contare su un ulteriore innalzamento della qualità delle cure prestate offrendo un’assistenza sempre più umana e qualificata”. Attraverso i test di screening genetici è possibile individuare i soggetti che presentano un rischio maggiore di sviluppare un tumore data la presenza di mutazioni.