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Il 21 dicembre si rinnova il consueto appuntamento con il Natale alla Casa Museo Caripa di Valguarnera Caropepe (Enna). La manifestazione è giunta alla sesta edizione. A partire dalle ore 16 e fino alle 23 sarà possibile fare un vero tuffo nel passato con un evento incentrato sulla rappresentazione di scene di vita quotidiana legata alle antiche usanze natalizie e agli antichi mestieri della civiltà contadina di questo paese dell’entroterra siciliano.

Alcuni mestieri e usanze si sono mantenuti vivi nel tempo mentre altri, purtroppo, si sono persi negli ultimi decenni. Si intoneranno canti tradizionali, si prepareranno e degusteranno prodotti locali. L’appuntamento nasce allo scopo di stimolare la riscoperta del patrimonio storico-culturale locale, valorizzandone le origini e le tradizioni.

A proposito di Valguarnera Caropepe

Rimane ancora oggi un’incognita l’etimologia del nome con cui erano conosciuti i primi insediamenti di Valguarnera Caropepe, risalenti all’epoca arcaica, e dalla quale si è originata l’attuale denominazione. Secondo l’arabista Lorenzo Lantieri, l’etimologia più probabile è quella araba che dalle parole Quaryat (villaggio) e Habibi (del mio amato) fa discendere il nome “Caropipi”.

Le prime notizie documentate su Valguarnera Caropepe risalgono al 1246, quando sull’attuale promontorio sorgeva l’allora feudo di Caropipi, di cui era unico feudatario tale Lamberto di Carupipi. Nel 1303 messer Simone di Valguarnera aderì alla famosa compagnia siculo-catalana di Ruggero de Flor che si formò in Sicilia e si imbarcò a Messina per passare in Grecia, assoldata al suo servizio dall’imperatore bizantino Andronico II Paleologo (1282-1328).

Quattro anni dopo il suo capitano, poi diventato il famoso cronachista catalano Ramon Muntaner (1265-1336), gli passò il comando del castello di Gallipoli, il quale si era appena difeso con successo da un assalto dei genovesi sbarcati da 25 galere condotte dagli ammiragli Antonio Spinola e Andreolo Morisco (R. Muntaner, Crònica catalana. Pag. 481. Barcellona, 1860). Successivamente il feudo di Valguarnera passò a vari proprietari: Ludovico di Pamplona; Pietro Mirone Agorizio; Muchio de Affermo e, nel 1398, i fratelli Vitale e Tommaso Valguarnera.

Fu proprio sotto i Valguarnera che il feudo crebbe tanto da ottenere nel 1549, su concessione di Carlo V, la licenza aedificandi e il conte Giovanni Valguarnera di Assoro poté trasformare finalmente il borgo in cittadina, dandole il proprio nome. Nel XII secolo Valguarnera raddoppiò il numero dei propri abitanti, con famiglie provenienti da ogni angolo della Sicilia e non solo. Il popolamento fu favorito dalle tante possibilità di sfruttamento delle terre agricole e dalla presenza delle zolfare.

Nella seconda metà del XIX secolo Valguarnera passò da 5.000 a quasi 15.000 abitanti grazie all’avanzare delle tecnologie di estrazione dello zolfo e alla produzione dei cotti. Ancora una volta Valguarnera conobbe una grande crescita demografica, con famiglie che vi si trasferivano di continuo, allettate dalla sempre maggiore richiesta di manodopera nelle vicine miniera di Floristella e di Grottacalda.

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