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Si sa che il simbolo della città di Catania è l’elefante, ma non tutti sanno quale sia la storia del liotru in pietra lavica, che si trova in piazza Duomo. A tirare su la statua, che esisteva già, ma era stata danneggiata dal terremoto del 1693, fu l’architetto Gian Battista Vaccarini nel 1737. Questo avvenne nell’ambito della ricostruzione della città e Vaccarini aggiunse gli occhi in pietra bianca e le zanne, issandola poi sulla fontana monumentale, con la proboscide rivolta verso Sant’Agata.

L’obelisco non è opera sua: probabilmente fu portato a Catania durante le crociate da Syene e poi collocato sopra l’elefante. Secondo il geografo arabo Idrisi, che arrivò in Sicilia nel XII secolo, gli abitanti di Catania consideravano l’elefante un simbolo di protezione contro le eruzioni dell’Etna. La statua originale sarebbe stata costruita durante la dominazione cartaginese. Leggenda racconta che quando la città venne popolata per la prima volta, un grande elefante percorse in lungo e largo l’area per scacciare tutti gli animali feroci, e per questo divenne caro alle persone, tanto che lo scelsero come simbolo.

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Il nome liotru è un’abbreviazione dialettale del nome Eliodoro: questi era un nobile catanese che nell’ottavo secolo, sempre secondo leggenda, dopo non essere riuscito a diventare vescovo di Catania cadde in disgrazia e si dedicò alla magia. Divenne talmente abile da animare la statua dell’elefante e cavalcarla. La magia, tuttavia, non riuscì a salvarlo dal suo destino: a causa delle continue interferenze che causava alle funzioni religiose, venne condannato a essere bruciato vivo dal Vescovo Leone II.

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