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I leoni del Palazzo Reale di Palermo tornano a ruggire, ovviamente in modo figurato. Si tratta dei simboli del maestoso edificio di Palermo, tornati a risplendere insieme ad alcuni cloni d’arte.

Sono leoni di marmo bianco, risalenti al XII secolo, presentati dopo il restauro, avvenuto grazie a una convenzione con il corso di Restauro dell’Università del capoluogo. Accanto a loro ci sono alcuni cloni, realizzati in fibra di mais, attraverso l’analisi del Dna dell’originale, grazie a una tecnologia 3D.

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Non si hanno notizie certe sull’origine del materiale lapideo. È molto probabile che le sculture facessero parte di una fontana, cosa che si evince per la presenza di fori per l’emissione dell’acqua, in corrispondenza delle fauci e della porzione superiore della testa. Secondo quanto sostenuto da Bellafiore, potrebbero essere l’unica parte superstite della fontana dell’Aula Verde, menzionata dai cronisti di età normanna.

 

“Questi leoni, di immenso valore, erano finiti nel dimenticatoio – hanno detto Gianfranco Miccichè e Patrizia Monterosso, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Federico II -. Il leone, presente anche nei mosaici, rappresenta il simbolo del Palazzo. Non solo li abbiamo restaurati, ma utilizziamo l’innovazione per viaggiare indietro nel tempo, conservare l’eredità culturale ed esaminare l’iconologia del Palazzo. Lo facciamo con un approccio multidisciplinare, che mette insieme storici e innovatori”.

I leoni resteranno esposti in Sala di Re Ruggero e quindi fruibili per i visitatori.

Foto: BlogSicilia.it

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