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Nei pressi di Vizzini, in provincia di Catania, sorgeva un tempo la Conceria (Borgo della Cunziria): un vecchio borgo settecentesco, la cui attività primaria era la lavorazione delle pelli. Si trovava in una zona edificata al di fuori del centro urbano.

Si configurava come una specie di borgo artigianale, sorto in prossimità del torrente Masera. Cunziria consiste, strutturalmente parlando, in una serie di edificazioni spontanee, dislocate a una certa distanza dal centro storico, che hanno sfruttato la conformazione geomorfologica del terreno, caratterizzato dalla disposizione a collinette. Queste favorivano l’essiccazione delle pelli lavorate.

Grazie alla presenza del torrente Masera e dell’abbondanza di tannino, il luogo era particolarmente adatto all’attività. La pulitura e il trattamento delle pelli avvenivano all’interno di vasche scavate nella roccia, alcune delle quali venivano poi interrate. Borgo della Cunziria ha rappresentato un ottimo esempio di architettura rurale e, anche se oggi rimangono solo i ruderi, rimane comunque una preziosa testimonianza.

Cosa c’è nel Borgo della Cunziria?

Tra i resti vi sono quelli della chiesetta di Sant’Egidio, anche se alcuni ritengono che la chiesa sia di origini molto più antiche, addirittura di epoca romana. La fortuna della Cunziria terminò alla fine degli anni Venti del Novecento. Fu allora che cominciò un lento e inarrestabile declino, fino agli anni Sessanta, quando la pratica della concia venne quasi definitivamente abbandonata.

Borgo della Cunziria, foto di Barbara Artemis

Le case sono costruite in pietra locale di colore ferrigno. La tessitura muraria e le concezioni volumetriche, ma soprattutto il dettaglio architettonico, laddove ancora visibile, sono strettamente legati alle tradizioni costruttive di questa parte della Sicilia. Più che l’architettura, è la localizzazione in una vallata aperta, decentrata come si è accennato rispetto all’abitato del paese, a rendere l’insieme unico e particolarmente interessante.

Il borgo della Cunziria si estende per 8.500 mq; originariamente costituito da 13 isolati con una struttura tipologica di “casa terrana”, occupa complessivamente una superficie di 3.223,35 mq. Vi sono circa quaranta edifici, distribuiti a diversi livelli tra la valle e la collina in cui sorge Vizzini. Le case, a due piani, avevano piccoli orti e una serie di cortiletti. Ogni edificio esplicava la doppia funzione di abitazione e di laboratorio di lavorazione delle pelli.

L’abbandono dell’insediamento da parte dei nuclei familiari residenti ha comportato anche la distruzione delle canalizzazioni costruite per il lavaggio e la macerazione delle pelli, interrompendo così il regolare flusso d’acqua nella sottostante valle dei mulini. In seguito le abitazioni e i laboratori abbandonati sono stati abusivamente adibiti a stalle, depositi agricoli e macelli clandestini.

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