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Nelle vene di Antonello Venditti scorre sangue siciliano. Il cantautore, che ha da poco compiuto 70 anni, si è raccontato in un’intervista a Vanity Fair, parlando di un po’ di tutto, anche delle sue origini palermitane.

«Da piccolo ero infelice – ha spiegato Venditti -. Vivevo di cose non dette, di insicurezze, di soliloqui tra me e me. Wanda Sicardi, mia madre, era la più grande grecista del ‘900. Figlia di nonna Margherita, una donna di Olevano Romano che non aveva studiato e come in una favola si era sposata con il principe palermitano Rivarola di Roccella, molto amico di Pirandello.

La nonna aveva cucinato per tutta la vita crescendo la figlia a lezioni di lingue e ricamo, come si faceva con le signorine per cui ogni sacrificio è lecito. Con mamma avevo un rapporto complicato».

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Tra Antonello Venditti e la città di Palermo c’è un legame fortissimo. «Non perdo l’occasione per tornare da voi – aveva detto recentemente-. Questa è la città di mio nonno e grazie alla musica l’ho vista e conosciuta nelle sue diverse fasi, anche in quelle più difficili come ad esempio subito dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, o durante il processo Andreotti. Non dimenticherò la sensazione che provai il 27 agosto del 1992, allo stadio La Favorita, in una Palermo ferita ma che decise di reagire».

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