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Antonello da Messina è uno degli artisti siciliani più noti e ha regalato al mondo dell’arte tantissimi capolavori. Forse non tutti lo sanno, ma la sua vita è avvolta da un alone di mistero, così come la sua morte. La sua esistenza fu enigmatica come una delle sue opere più famose: il Ritratto dell’ignoto marinaio.

L’artista aveva disposto che la sua salma fosse tumulata nella chiesa di Santa Maria di Gesù, ma con quel nome c’erano due conventi. Gli studiosi hanno provato a sciogliere il rebus, ma non è facile.

Sulla tomba di Antonello da Messina si sono arrovellati grandi nomi. Nel 1903, per la prima volta, il gesuita Gioacchino Di Gesù e lo storico Gaetano La Corte Cailler, quadi contemporaneamente, tra le carte dell’Archivio di Stato, il testamento di Antonello. Qui erano contenute le ultime volontà per la sepoltura.

Le spoglie del pittore riposerebbero sotto gli attuali ruderi del convento Santa Maria di Gesù di sopra, detto anche Ritiro, in via della Giostra, a Messina. Agli albori del 15esimo secolo, il convento divenne sede dei Minori Osservanti. Ci furono terremoti e alluvioni. Nel 1854 rifondarono la chiesa sui resti di quella carmelitana, fu spazzata via e traslata nei locali del refettorio.

Del complesso si persero le tracce fino al 1989 quando, riemersero i ruderi in seguito a lavori di scavo. Il punto è che di conventi di Santa Maria del Gesù, ai tempi di Antonello da Messina ce n’erano due. L’altro, quello inferiore, era in via Palermo.

Dove si trova la tomba di Antonello da Messina?

“I documenti notarili e i registri delle principali chiese della città – spiega a Le Vie dei Tesori Giuseppe Previti, volontario per la rinascita del sito e rappresentante della fondazione ‘Antonello da Messina’ – portano a puntare sul convento superiore, che all’epoca veniva indicato semplicemente come ecclesia Sanctae Mariae di Jesus, lasciando intendere che fosse quello principale, dove veniva predicato il ritorno alla regola della povertà e aperte le porte a devoti eccellenti, infervorati dalla parola del beato Matteo”.

Nel 2013 due campagne di indagini georadar condotte dal Cnr di Messina hanno confermato ciò che era stato già ricostruito attraverso le testimonianze dell’epoca: sotto la chiesa ottocentesca sopravvivono parti della chiesa medievale, ma per individuare i resti di Antonello da Messina bisognerebbe scavare e raggiungere i 15 metri di profondità.

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