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Oggi vi guidiamo alla scoperta della città del tombolo: Mirabella Imbaccari. Siamo in provincia di Catania, a pochi chilometri di distanza da Caltagirone e Piazza Armerina. Il nome deriverebbe dalla città del periodo siculo di Mactorium, poi Maccorium e quindi Maccari. Lo stesso centro avrà anche il nome di Emicára o Imìcara nel periodo greco e Imachara in quello romano.

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Il nome “Imbaccari” e la sua traduzione dialettale “I màcari”, nonché la forma dialettale con cui si indicano gli abitanti del paese, “Màcarisi” o “Màccarisi”, riportano tutti con evidenza all’antico toponimo “Imachara”, citato da Cicerone in riferimento ad un centro dell’interno della Sicilia fertile e ricco di coltivazioni di grano.

La principale attività artigianale di Mirabella Imbaccari è quella dei merletti a tombolo ed è pregio e vanto delle donne del paese. Il tombolo è un tessuto finissimo ottenuto da un intreccio di filo di lino o di cotone attraverso il frusciare dei fuselli di legno abilmente manovrati da dita esperte.

Il tombolo a Mirabella Imbaccari

Nei locali del principesco palazzo Biscari le donne mirabellesi, in modo particolare le giovani, si raccolsero numerose per apprendere quell’arte che sarebbe diventata il fiore all’occhiello del paese. Nel 1910 l’Opera venne ufficialmente istituzionalizzata con la venuta da Roma di quattro Suor, espressamente chiamate dai principi Biscari a stabilirsi nel palazzo.

Da quel momento Mirabella fu tutto un fervore di tombolo che con l’andar del tempo ha cambiato per molti versi il volto del paese. Gli ha dato una posizione di primo piano anche in campo nazionale, per la produzione di tali preziosi merletti. Questi hanno ottenuto ambiti premi.

Tale lavoro è diventato talmente popolare che non c’è una casa o una strada dove non si vedano donne e bambine sedute al sole, o all’ombra, intente a tessere finissimi e pregiati merletti.

La facciata di Palazzo Biscari

La facciata di Palazzo Biscari (foto: Wikipedia)

Merito tutto della giovanissima moglie del principe Biscari, Angelina Auteri. Credendo fermamente nel suo ambizioso e coraggioso progetto imprenditoriale, offrì alle donne del paese la possibilità di rendersi indipendenti e di preparare da sé il corredo alle figlie. Il tombolo negli anni divenne una realtà economica molto forte, tanto da far meritare al paese la denominazione di “Città del Tombolo“.

«Tòmbulu, filu, spìnguli e fusella si vìdinu pi strati a Mirabella; cutri, linzola, fediri e servizi: Chistu è u paisi de merletti e pizzi».

Dal 1961 al 1974 si è svolta la Mostra del Tombolo in concomitanza della festa patronale e nel 1986 è stata inaugurata come Mostra permanente, ubicata nei locali dell’ex scuola media. Il 18 marzo 2012 è stato inaugurato il Museo del Tombolo. Vi si trovano esposti pregiati merletti di ogni forma e misura.

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