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Avrete sicuramente notato che i nomi di Sfincia e Sfincione, due delle preparazioni più amate dalla cucina siciliana, sono molto simili. Di fatto, però, non potrebbero essere due cibi più diversi. La prima è un ricchissimo dolce farcito con crema di ricotta, tipico della festa del papà. Il secondo è il re dello street food: una sorta di pizza, ma molto più soffice.

Cosa hanno dunque in comune queste due ricette, a parte il fatto di essere deliziose?

La risposta è semplice: è tutta una questione di etimologia. Il nome “sfincia”, infatti, deriva dal latino “spongia” e dal greco “spongos” (cioè spugna), proprio come il nome “sfincione.” Nella lingua araba il termine “isfang” indica una frittella di forma irregolare, addolcita con il miele. Entrambe le preparazioni hanno in comune la morbidezza e la consistenza spugnosa.

Volendo andare ancora oltre, possiamo aggiungere che ancora oggi, quando si vuole indicare qualcosa di soffice, si usa il termine sfincia: “È muoddu comu na sfincia”, cioè morbido come una sfincia.

La tradizione delle Sfince di San Giuseppe affonda le radici nel passato. Sembra risalire all’epoca romana. Secondo una leggenda, dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, San Giuseppe dovette vendere frittelle per riuscire a mantenere la famiglia. C’è anche un’altra leggenda, che ricollega la tradizione delle sfince ai Liberalia, cioè celebrazioni dell’antica Roma che si svolgevano il 17 marzo. nel corso di queste feste si friggevano frittelle di frumento.

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