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Facciamo tappa a Catania, per fermarci in un luogo singolare e affascinante: Villa Scabrosa. Tra la città e l’Etna c’è un rapporto speciale, è risaputo, e questa Villa ne è la dimostrazione. Nel Settecento un ricco e nobile signore catanese decise di creare qualcosa mai visto: una villa monumentale i cui elementi architettonici erano costituiti proprio da blocchi di pietra lavica.

Quel ricco e nobile signore era Ignazio Paternò Castello, V principe di Biscari, una delle personalità di spicco della cultura siciliana del Settecento. Stimato dai viaggiatori, è stato spesso menzionato nei loro diari di viaggio, grazie alla sua cultura. La creazione di Villa Scabrosa assunse forti valenze simboliche: rappresentò la rinascita della città di Catania che, come l’araba Fenice, risorge dalla lava che l’ha distrutta.

Ribattezzata Villa della Lava, appariva come una florida area nata su un deserto di lava. Il principe decise di mantenere le rocce e all’interno dell’area furono impiantati svariati alberi. Dopo aver modificato l’afflusso del fiume Amenano, la villa fu dotata di due laghetti, riempiti di pesci. Non mancavano alcune costruzioni.

Quella visione di Ignazio Paternò Castello, però, non durò molto. Alla sua morte gli eredi smantellarono l’intero complesso e vendettero i relativi terreni. Rimane, comunque, una traccia indelebile nella toponomastica, con la via Villa Scabrosa.

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