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Se siete siciliani, o anche se siete stati almeno una volta in vacanza in Sicilia, allora avete sicuramente sentito parlare dello schitìcchio o dell’usanza di schiticchiare qualcosa. Gli abitanti dell’isola sanno bene di cosa si tratta, mentre per i forestieri potrebbe essere un po’ più difficile rispondere a una domanda “Cosa c’è qui da schiticchiare?”.

Lo schiticchio è, manco a dirlo, qualcosa che si mangia. Tra i siciliani e la buona cucina è vero amore, lo sappiamo bene. Il termine si usava già nel XVII secolo e la sua etimologia è tutt’ora incerta. Si pensa possa derivare dal verbo schiticchiare, che è un corrispettivo siciliano dell’italiano spiluccare. A lungo ha indicato un momento di ozio, passando poi a definire un tipo di pasto consumato all’aria aperta in buona compagnia.

Da qui, nel corso dei secoli, l’originale significato si è evoluto, fino ad arrivare ai giorni nostri. Lo schiticchio è diventato sinonimo regionale dello street food, così come continua a indicare anche il più generico atto di spizzicare qualcosa, magari per aprire un po’ l’appetito (come se i siciliani ne avessero bisogno, di aprire l’appetito!).

Una piccola curiosità: nel Catanese, l’aggettivo schiticchiusu indica una cosa piacevole o addirittura chic. La lingua siciliana ci dimostra, ancora una volta, di essere davvero meravigliosa!

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